Lo scontro
Botte in Italia Viva, Paita contro Marattin: “Oltre ai tweet dirà qualcosa in una sede democratica?”, il deputato: “Le idee valgono più dei ruoli”
“I voti di Italia Viva saranno decisivi nei collegi in bilico: non credo che i bersaniani vorranno prendersi la responsabilità di regalare la vittoria a Giorgia Meloni. D’altronde quando ci sono stati veti sul centro si è visto cosa è successo, come in Basilicata per esempio”. Parole di Raffaella Paita, renziana di ferro, che ha una grande fiducia nel potere dell’1,8/2% che Italia Viva ha in questo momento.
Botte in Italia Viva, Paita contro Marattin: “Oltre ai tweet dirà qualcosa in una sede democratica?”
La coordinatrice nazionale del partito di Matteo Renzi nell’intervista a Il Tempo parla anche della svolta attuata dalla leadership del partito, una giravolta compiuta in pochissimi giorni dopo il flop delle elezioni europee, che ha visto passare l’ex premier da ‘il futuro è al centro’ a ‘uniamoci al campo largo‘. “Ho creduto in un centro competitivo e mi sono spesa per quel progetto, ma allo stesso tempo ho la consapevolezza che quello spazio autonomo dai due poli ad oggi non c’è più. Quindi se si crede davvero in quelle idee riformiste occorre impegnarsi per irrobustire il centrosinistra con un centro riformatore con un’agenda politica precisa: sostegno al ceto medio, riduzione pressione fiscale, sanità, crescita, sviluppo e innovazione. Il paese è fermo e la meloni è senza fiato. Per questo grida ai complotti. Ma quando il fiato è corto o c’è un’alternativa o ci rimette il Paese. Ecco perché con paziente tessitura stiamo lavorando a un progetto largo senza rinunciare alle nostre peculiarità”, dice Paita.
Paita contro Marattin: “Oltre ai tweet dirà qualcosa in una sede democratica?”
Poi la coordinatrice attacca Luigi Marattin, colpevole di avere un’idea diversa da quella di Renzi e dei suoi fedelissimi sul futuro di Italia Viva. Per il deputato, come è ormai noto, la scelta di virare a sinistra nel campo largo è sbagliata e vorrebbe che se ne discutesse in un congresso aperto, come in teoria annunciato da Renzi dopo le europee ma poi subito rimangiato. Paita tira dritto: “Rispetto l’idea di Luigi anche se non la condivido. Mi permetto però di notare come l’ultima volta decise di non candidarsi al congresso così come ha deciso di non candidarsi alle europee. Chissà se questa volta oltre ai tweet utilizzerà una sede democratica in cui poter sostenere la sua posizione. Si tratta dell’assemblea nazionale già convocata per il 28 settembre. Vedremo se la sua linea sarà prevalente o minoritaria”. La sfida è aperta, quindi. Anche se il risultato che emergerà dall’assemblea nazionale sembra scontato, considerando che la quasi totalità dei dirigenti segue Renzi.
Paita: in Liguria Orlando può vincere
Paita parla anche delle elezioni regionali in Liguria, con il campo largo che sta decidendo se candidare Andrea Orlando del Pd o Luca Pirondini del M5s. “Orlando ha un profilo nazionale e può vincere. Ma senza un programma che che guardi allo sviluppo all’innovazione e alle infrastrutture della Liguria l’impresa resta incerta. E la differenza sa chi la farà? Il centro”, dice la coordinatrice di Iv.
La risposta di Marattin a Paita: mi devo riprendere un attimo
La risposta di Marattin non si è fatta attendere. Con un lungo post sui social, il deputato ‘ribelle’ ha commentato l’intervista della senatrice. “Leggo che Raffaella Paita (senatrice di IV) oggi su Il Tempo mi rimprovera perché l’anno scorso al – primo e unico – congresso di Italia Viva non mi sono candidato contro Renzi. In quel congresso non avevo nessun bisogno di candidarmi contro Matteo, per una ragione scandalosamente semplice: egli si presentò sulla base della linea politica che condividevo (“né con questa destra né con questa sinistra”), e che lei stessa condivideva con particolare passione. E che io condivido tuttora. Presentai anzi un documento politico di supporto per favorire la discussione e per dimostrare che quando si fa politica le idee contano più di ruoli. Sia dei ruoli che esistono ufficialmente (come il Presidente, che si eleggeva in quel congresso) sia di quelli che non esistono e che si inventano per accontentare chi, invece, alle idee preferisce le stellette – vere o presunte – del ruolo”, scrive Marattin.
“Ma il rimprovero che mi fa Lella è strano anche per un altro motivo: se in queste settimane sono meritevole di aggressioni, insulti, bastonate e manganellate via web solo perché, dopo che Matteo aveva annunciato un congresso in cui non si sarebbe candidato, ho accennato vagamente alla possibilità di presentarmi… che cosa sarebbe successo se allo scorso congresso mi fossi candidato contro Renzi?!?!”, aggiunge il deputato. Per poi concludere con ironia: “Infine Lella, devi perdonarmi. Ti avrei anche fatto una risposta più articolata, come merita la nostra conoscenza di molti anni. Ma dopo aver letto, nella tua intervista, che affermi convinta che “Andrea Orlando è il candidato migliore per la Liguria” ho decisamente bisogno di qualche minuto per riprendermi.
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