Da una parte l’emisfero politico, colmo dei suoi artifici, delle tecnocrazie giuridiche e anche della sua ipocrisia. Dall’altra l’emisfero delle filosofie orientali, i miti e i riti celtici.  E poi un uomo, tre donne e una sciamana. È questo il contesto in cui si sviluppa “Camera 1057. Quella notte, d’improvviso” (Cooper edizioni, pagg. 152), il romanzo di Ulisse Spinnato Vega. 

Il protagonista è Orlando, che vive da 15 anni con Prisca ma che al tempo stesso ama Sara, una psicologa che pratica approcci legati all’intuizione e alla spiritualità dell’Est. Sara non è solo una relazione clandestina per Orlando, ma è una chance di redenzione, la leva per sconvolgere e ribaltare le logiche del mondo furbo, opportunista e cinico in cui lui è immerso da sempre.

Una trasferta di lavoro da Roma a Bari e una notte imprevista, la seconda, nella camera di un hotel, la 1057 appunto, cambieranno tutto. Accadono strani eventi che accomunano inspiegabilmente Prisca, Sara e persino Lisa, una vecchia fiamma che Orlando rivede a sorpresa dopo quasi 20 anni. La situazione è destinata a precipitare. Prisca o Sara? Orlando dovrà scegliere tra due donne che ama e che rimandano alle due metà della sua stessa natura.

Attraverso uno stile di scrittura molto personale, scorrevole e oltremodo gradevole, Spinnato Vega, 47 anni, giornalista e scrittore siciliano trapiantato a Roma da oltre 20 anni, con dolcezza ci catapulta sin dal Prologo in una dimensione quasi parallela, eterea. Lo scritto, però, è assolutamente reale, la storia del tutto concreta, toccando molteplici punti che sono propri della vita quotidiana. L’amore, innanzitutto, con i suoi aspetti contrastanti uno dei pochi aspetti concreti e astratti a un tempo, mistici e pragmatici contemporaneamente. E poi il lavoro, sempre più al centro delle nostre esistenze, e le coincidenze e gli incontri, che ciascuno di noi incontra nella vita e che vengono interpretate in modi del tutto differenti. E poi le scelte, i bivi che continuamente ci troviamo di fronte: di qua o di là?

“È una storia di politica nella misura in cui disvela alcuni dei meccanismi che portano alla formazione delle leggi – afferma l’autore -, ma soprattutto è una storia d’amore, di dolore e di rinascita dedicata alla potenza ‘divina’ del femminino. Il numero della camera d’albergo ha un valore particolare nella numerologia simbolica: indica principalmente il cambiamento in vista e la responsabilità delle nostre azioni che fa capo a noi. Orlando è imprigionato nella sua irresolutezza e si trova di fronte a figure di donne che giganteggiano per la forza dei loro sentimenti”.  

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