Al via in occasione della giornata mondiale della cannabis #Iocoltivo, l’iniziativa di disobbedienza civile per chiedere al Parlamento di seguire le indicazioni della più alta Corte di giustizia in materia penale e per decriminalizzare finalmente la coltivazione di uso personale di cannabis.

“Tutte insieme, centinaia di persone, metteranno un seme, cominciando a coltivare piante di cannabis in moltissime case in tutta Italia. #IoColtivo è un’iniziativa a cui partecipano Dolcevita, Associazione Luca Coscioni, Radicali italiani Meglio Legale, e ancora: BeLeaf, A Raccolta, Soft secrets molte altre associazioni e singoli cittadini che credono la legge italiana vada cambiata. Anche qualche parlamentare ha annunciato il suo sostegno, e il deputato Riccardo Magi (+Europa-Radicali) avvierà la sua coltivazione a casa insieme ai primi attivisti” – spiegano Antonella Soldo e Barbara Bonvicini portavoci di Meglio Legale. Tutti i partecipanti saranno invitati a pubblicare ogni settimana la foto dei propri germogli e delle proprie piante sui social con l’hastag #IoColtivo. Inoltre, grazie a un team di avvocati che ha messo a disposizione la propria professionalità, è prevista l’assistenza legale per chi partecipa alla disobbedienza. Uniche regole: essere maggiorenni, coltivare una sola pianta ed essere favorevoli a rendere pubblico l’eventuale svolgimento dell’iter giudiziario. “In questo momento di crisi, con le mafie pronte ad approfittare della fragilità economica del nostro Paese, forse è il caso di cominciare anche a considerare i provvedimenti che chiudano i rubinetti della liquidità alle mafie: quei rubinetti si chiamano narcotraffico. E un piccolo passo verso la legalizzazione può cominciare a stringerli” – rimarcano Soldo e Bonvicini.

Alcuni giorni fa sono state depositate le motivazioni di una sentenza del 19 dicembre scorso delle Sezioni Unite della Corte di cassazione che stabiliva come “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica destinate all’uso personale”. La coltivazione per uso personale. spiega a Suprema Corte, non è più punibile penalmente, ma è da considerarsi – al pari della detenzione per uso personale – un illecito amministrativo. Si tratta di una sentenza storica che dimostra, ancora una volta, come nel nostro paese la magistratura debba porre rimedio alla mancanza di assunzione di responsabilità del nostro Parlamento. “Questa sentenza dice chiaramente che la legge va cambiata, che va cambiato l’articolo 73 del Testo unico sulle droghe anche per liberare risorse, forze dell’ordine e tribunali dal contrasto di un fenomeno ampiamente diffuso” – concludono Soldo e Bonvicini. Lo scorso anno sono state sequestrate 532.176 piante: quasi il doppio dell’anno prima (+94%). E si stima siano almeno 100mila le persone che già oggi coltivano cannabis per uso personale: si tratta di consumatori quotidiani che lo fanno per il proprio uso personale o che al massimo vendono o regalano l’eccedenza ad amici e conoscenti. I motivi che spingono le persone a coltivare da sé cannabis in casa sono sicuramente di natura economica – perché costa meno – ma riguardano anche la qualità e il legalitarismo. Per quanto possa apparire curioso, le persone che autoproducono cannabis lo fanno anche per evitare di avere contatti con gli spacciatori e per evitare di finanziare economicamente le mafie. Anche oltreoceano il governatore di New York Andrew Cuomo in una recente dichiarazione ha rimarcato la necessità di legalizzare la cannabis per affrontare la crisi economica.