Diciamoci la verità. Tutti abbiamo in testa la Capri perfetta, quella in cui abbiamo passato serate magiche o giornate al mare spettacolari, in cui non era difficile passeggiare tra le viuzze oggi troppo affollate e in cui era fantastico “la mattina scendere in piazzetta” (per dirla alla La Capria), comprare i quotidiani all’edicola e sedersi al bar per un caffè e ritrovarsi a chiacchierare con quelli del tavolino a fianco. Oggi, è inutile negarlo, molto è cambiato. E non è solo colpa dell’overtourism, che rende faticoso un po’ tutto in alcune ore della giornata – è ineluttabile un’armonizzazione di sbarchi e imbarchi che normalizzi i flussi turistici nei mesi estivi. C’entra anche un’evoluzione economica che se da un lato mette l’isola al centro di investimenti importanti, garantendo lavoro e strutture di livello internazionale, comporta purtroppo anche una involuzione culturale e sociale con l’abbandono di tradizioni locali, chiusura di piccole attività storiche. Certo, si leggono tante analisi allarmistiche e inutili, elaborate spesso frettolosamente da chi a Capri forse ci passa 5 giorni all’anno o ha bisogno di fare notizia.

È vero, l’immagine dell’isola esclusiva e a tratti solitaria, meta di letterati e potenti provenienti da tutto il mondo di fine Ottocento e inizio Novecento, conserva intatta il suo fascino indiscusso. Ma non si può certo pretendere che solo in virtù di un ricordo romantico venga rifiutato ogni cambiamento.

Il tema non è abbandonarsi alla nostalgia. La Capri che fu non ci sarà più. E quella che si sta sviluppando non è un tradimento a quell’isola, ma una trasformazione ineluttabile che, però, va governata. Ed è quello che meritoriamente stanno provando a fare le amministrazioni locali, a partire dalla tutela delle bellezze artistiche e naturali. Coniugare le esigenze dei capresi con le aspettative dei villeggianti e dei turisti è una sfida che si può vincere, nell’interesse di tutti. Io sono fiducioso. Capri continuerà a essere Capri, pur nelle mutazioni necessarie dei tempi. E il mondo continuerà a guardarla con ammirazione. Meritiamocela.

Tiberio Brunetti

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