C’è una svolta nelle indagini sul brutale omicidio di Alessio Madeddu, lo chef 52enne di Teulada, in Sardegna, trovato morto giovedì mattina davanti al suo locale “Sabor’e Mari” di Porto Budello, ucciso a colpi di accetta. 

Ad uccidere lo chef, balzato all’onore delle cronache e diventato un volto noto grazie alla partecipazione nel 2018 al programma “4 Ristoranti”, condotto su Sky da Alessandro Borghese, sarebbe stato Angelo Brancasi, panettiere di Sant’Anna Arresi.

Brancasi, difeso dall’avvocato Roberto Zanda, ha confessato nella notte l’omicidio di Madeddu. Scrive L’Unione Sarda che il panettiere, davanti al pm Rita Cariello, ha raccontato di aver colpito Madeddu per motivi passionali. Brancasi sarebbe stato geloso della moglie che lavorava al ristorante e con la quale la vittima avrebbe avuto una relazione clandestina.

I carabinieri sono risaliti al presunto omicida attraverso testimonianze e le immagini del sistema di videosorveglianza.

Ricostruita anche la dinamica dell’omicidio: Brancasi mercoledì notte (intorno alle 22) ha attirato lo chef fuori dalla dependance in cui Madeddu era agli arresti domiciliari per discutere, ma dalle parole la situazione è degenerata in violenza.

Il panettiere avrebbe quindi estratto dalla tasca un coltello, colpendo più volte lo chef che a sua volta aveva tentato di difendersi utilizzato l’accetta poi trovata vicino al cadavere. Brancasi è quindi salito sulla sua auto, utilizzata per raggiungere Porto Budello, ed ha travolto lo chef che gli ha anche lanciato contro una pietra, sfondando uno dei vetri.

Alcune di queste fasi sono state riprese dalle telecamere, facendo stringere il cerchio attorno al 43enne prontamente rintracciato e portato in caserma. Ora il panettiere è stato trasferito presso il carcere di Uta. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari e della Compagnia di Carbonia, titolari delle indagini, hanno acquisito nel frattempo i filmati delle telecamere usate dal cuoco.

A trovare il corpo dello chef, intorno alle 9 di giovedì mattina, era stata la figlia. Vicino al corpo dello chef 52enne i carabinieri avevano trovato numerose tracce di sangue. Già nel pomeriggio il quadro si stava facendo più chiaro: in caserma erano stati ascoltate più persone, tra cui lo stesso Brancasi, interrogato primo dai carabinieri e poi dal pm Cariello, crollando confessando il delitto.

IL PRECEDENTE DELLA RUSPA CONTRO I CARABINIERI – Dopo la partecipazione a ‘4 Ristoranti’ Madeddu era tornato al centro delle cronache nel novembre del 2020, quando aggredì i carabinieri con una ruspa e per questo venne condannato per tentato omicidio nel marzo successivo a una pena di 6 anni e otto mesi.

Lo chef aveva tentato di speronare con una ruspa la gazzella dei carabinieri ‘colpevoli’ di aver tentato di sottoporre Madeddu ad un alcol test dopo un incidente stradale che lo stesso chef aveva provocato.

Col suo furgone il 52enne, ucciso nella notte appena trascorsa, era finito in un fossato. Al rifiuto del test i militari gli avevano ritirato la patente, lui ha reagito con violenza andando a recuperare una ruspa e tornando sul luogo dell’incidente per ribaltare l’auto dei carabinieri con i militari dentro.

Arrestato, Madeddu aveva trascorso circa 5 mesi di custodia cautelare in carcere e dopo la condanna aveva ottenuto i domiciliari.

Redazione

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