Era stato arrestato in flagranza di reato nel 2020 per aver trasportato 44 kg di marijuana e successivamente condannato a 2 anni e 8 mesi.

Veniva chiamato “Rambo” o “Il militare” ma per chi non era a conoscenza del suo coinvolgimento nel giro del maxi traffico internazionale di droga condotto tra Italia e Spagna, era Rosario D’Onofrio: 42 anni, membro dell’Esercito ed anche ex procuratore capo dell’associazione italiana arbitri (Aia).

Il caso

L’indagine, si è allargata fino a ricomprendere due associazioni criminali, in grado di muovere sei tonnellate di stupefacenti in un solo anno. La sua storia inizia nel 2020: è stato durante il periodo del lockdown che D’Onofrio – secondo l’accusa – avrebbe indossato la divisa da militare e per consegnare la droga e gli incassi dello spaccio a cittadini cinesi per concludere il trasporto nella penisola iberica.

Venne trovato a bordo della sua Volvo XC60, mentre indossava la tuta dell’esercito (ricevuta in prestito da un collega visto che la sua gli era stata tolta a seguito di una sospensione per motivi disciplinari), nei dintorni di Milano. L’inchiesta, coordinata anche dal pm Sara Ombra e condotta dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, si era allargata fino a ricostruire l’attività di due fratelli italiani, operativi nel narcotraffico già dal 2014, quando attraverso il trasporti di bancali di frutta e verdura si occupava di dirigere il traffico dei carichi.

La richiesta

D’Onofrio è in carcere dal 10 novembre del 2022: e fino a quel momento – pur restando ai domiciliari – manteneva la carica di procuratore AIA, nella quale era entrato sotto la presidenza di Marcello Nicchi fino ad essere nominato procuratore nazionale (ruolo preposto al controllo su eventuali irregolarità commesse dai fischietti). In totale sono state 42 le persone oggetto di misure cautelari. Nell’ambito della nuova indagine, Ieri il pm di Milano, Rosario Ferracane ha chiesto nei suoi confronti una condanna a 8 anni di reclusione. Il ruolo di D’Onofrio, accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, era quello di smistare i carichi, organizzare la parte logistica e pianificare lo scarico in sicurezza. In totale, davanti al gup Lidia Castellucci sono finiti in 57, di cui una quarantina hanno scelto il rito abbreviato, come D’Onofrio.

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