“Rigore è quando arbitro fischia”, diceva Vujadin Boskov, e purtroppo, nonostante il calcio si evolva sotto molteplici punti di vista, la pragmaticità che apparteneva all’allenatore serbo è ancora dono per pochi. Grandi polemiche nei confronti dei direttori di gara sono state infatti sollevate nello scorso fine settimana quando alcuni tra gli stadi più famosi d’Europa hanno recitato, per l’ennesima volta, il ruolo di teatro di inappropriate e scellerate reazioni ad una decisione arbitrale.

Le polemiche dopo Napoli-Inter

Partiamo dal Diego Armando Maradona di Napoli, dove un’Inter oggettivamente forte e mai come quest’anno indiziata per cucire quella seconda stella sul petto che ormai da tempo insegue, ha sconfitto a domicilio il nuovo Napoli di Walter Mazzarri con il netto punteggio di 0-3. Aperto il dibattito su come il risultato possa essere eccessivo o meno rispetto a quanto fatto vedere dalle due compagini sul terreno di gioco, l’attenzione si è successivamente spostata in esclusiva sull’operato del fischietto designato per il match: il signor Davide Massa. Arbitro di grandissima esperienza anche internazionale, Massa è stato fortemente criticato sui social per un rigore non concesso per fallo di Acerbi ai danni di Osimhen non sanzionato con il penalty e uno di Lautaro su Lobotka il quale, se fischiato, avrebbe portato all’annullamento del primo goal dei nerazzurri.

Il caso della Premier League

Proseguiamo con l’Etihad Stadium di Manchester dove al 94’ un grande classico del calcio inglese come City-Tottenham non sta deludendo le attese: le squadre infatti sono ferme sul 3-3 fino a che il City non riparte in contropiede e succede il finimondo. Erling Haaland infatti viene steso a centrocampo da un giocatore degli Spurs ma si rialza e immediatamente serve in profondità Grealish che si ritrova davanti a Vicario e si guadagna così la possibilità di portare la sua squadra alla vittoria: peccato che l’arbitro Simon Hooper abbia fermato l’azione assegnando calcio di punizione per il City all’altezza di metà campo. L’errore è plateale, lo stadio esplode e Guardiola si lascia cadere a terra disperandosi, mentre Haaland inizia ad inveire contro l’arbitro ripetendo frasi ingiuriose. La diatriba non si ferma qui perché, anche in questo caso tramite social media, l’attaccante norvegese continua a sfogarsi attaccando l’operato del direttore di gara. Un po’ come l’allenatore dell’Arsenal, attuale capolista della Premier League, Arteta che un mese fa, dopo la prima sconfitta stagionale, pronunciò parole del calibro di: “Mi vergogno, gli arbitri non sono all’altezza di questo campionato”.

Il rischio di un futuro senza arbitri

Ecco, siamo giunti ad un vicolo cieco in cui le scusanti dell’adrenalina o del post partita non bastano più. Un vicolo cieco in cui la scellerata reazione di uno dei giocatori più forti e rappresentativi presenti su questo pianeta deve essere sanzionata nel modo appropriato e dove la figura arbitrale deve smettere di rivestire il ruolo di bersaglio sulla quale scagliarsi nei momenti in cui le cose non girano come vorresti, o per distogliere l’attenzione sui reali problemi di una squadra. L’esempio che Haaland dà ai milioni di bambini incollati al televisore è il legittimarli a fare come fa lui, il padre che urla e insulta il direttore di gara davanti al figlio è l’infondergli la voglia di diventare grande per poterlo fare anche lui. Daniele Orsato, uno tra i fischietti più importanti mai nati nel nostro Paese, ha parlato nel corso della premiazione al Gran Galà del calcio Triveneto dicendosi “stanco di dover chiamare ragazzini di 16-18 anni che ogni settimana sono oggetto di violenza per un rigore non dato o un fuorigioco non visto”. Se nel giro di qualche anno il sistema non sarà cambiato ci ritroveremo rapidamente senza ragazzini desiderosi di iniziare quest’avventura, e senza di loro saremmo alla costante ricerca di un arbitro, poiché se il sistema non sarà cambiato e la maleducazione e l’adrenalina continueranno a prendere il posto del rispetto, non saremo mai in grado di arbitrarci da soli.

Francesco Landini

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