Stefano Andreotti ha replicato alle accuse non troppo velate di Rita Dalla Chiesa nei confronti del padre dell’ex Dc. Il figlio del ‘Divo’ Giulio Andreotti ha infatti commentato le allusioni della figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso nel 1982.

Chi è Stefano Andreotti, il figlio del Divo Giulio: dirigente Siemens in pensione

Stefano è uno dei quattro figli di Giulio Andreotti e Livia Danese. Di anni ne ha 72 e ora è in pensione, dopo una carriera finita come dirigente d’azienda della Siemens. In un incontro degli ultimi anni Stefano ha parlato di come fosse la vita in famiglia con il padre Giulio. “A casa tornava poco. La sua vita era il lavoro. Si alzava alle 4-4.30, facendo disperare mamma. Guardava carte e documenti. Usciva all’alba per andare a messa, perché per lui era importante comunicare tutti i giorni con Dio. Anche nei Paesi dove non c’era il cristianesimo chiedeva la presenza di un missionario che celebrasse messa. Sabato, riposo assoluto. Domenica riceveva la gente, l’elettorato“, ha raccontato il figlio. “Però non vuol dire che non sia stato presente in famiglia. Non si parlava di politica da bambini, poi qualche occasione di confronto c’è stata quando siamo diventati ragazzi” ha aggiunto Stefano Andreotti.

Stefano Andreotti: il dolore e la difesa per le parole di Rita Dalla Chiesa

Rita Dalla Chiesa, durante la trasmissione tv ‘Tango‘ su Rai2, ha fatto riferimento implicito a Giulio Andreotti, chiamandolo in causa riguardo la morte del padre generale, avvenuta il 3 settembre 1982 a Palermo in un agguato di stampo mafioso. Stefano Andreotti si è detto “addolorato per le parole” della parlamentare di Forza Italia. “Accusare mio padre di un suo possibile coinvolgimento in un omicidio o di avere rapporti con la mafia è uno schiaffo alla sua memoria e alla sua storia”, ha replicato il figlio del 7 volte presidente del Consiglio della Democrazia Cristiana.

All’AdnKronos, il 72enne ha continuato: “Mah, cosa posso dire diciamo che non è la prima volta che succede che loro tirino in ballo mio padre per quel delitto, il fratello della deputata, per dire, è dagli anni ’80 che racconta cose del genere, ora la sorella è tornata su questa linea. A qualcuno non sono mai andate giù le sentenze di assoluzione per mio padre, quelle di Palermo e di Perugia”. “Le sentenze di Palermo e di Perugia hanno smentito” ogni ipotesi in questo senso. E tra l’altro, Stefano Andreotti ha ricordato come tra suo padre e il generale “ci fosse un rapporto di grande stima reciproca”.

Le lettere di Giulio Andreotti ai figli dopo la morte

Stefano Andreotti ha anche ricordato di recente le lettere che il padre scrisse e consegnò ai figli per leggerle dopo la sua morte, avvenuta il 6 maggio del 2013. “Mio padre se ne è andato sereno, lui aveva una fede vera, in quelle righe che abbiamo letto la sera della scomparsa, c’era scritto ‘io giuro davanti a Dio di non avere avuto niente a che vedere con la Mafia, se non per combatterla, né con le uccisioni di Dalla Chiesa e Pecorelli‘”.

Redazione

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