«Ricordati Francesco, le cose importanti nella vita sono tre: o tu vai in Perù o tu sposti la Chiesa o tu vinci al totocalcio». Era il 1982 quando Francesco Nuti, per la prima volta da solo sul grande schermo, debuttò con “Madonna che silenzio c’è stasera”. Da allora Nuti, genio malinconico e originale, ha regalato al cinema italiano una lunga serie di film di successo, poetici e comici al tempo stesso; le sue battute sono ormai da decenni diventate lessico familiare del nostro intero Paese. Nuti ci ha lasciato ieri, all’età di 68 anni, dopo una lunga malattia che lo aveva costretto da tempo ad abbandonare le scene e la vita pubblica.«Francesco era un grande che non ha bisogno di presentazioni: ha fatto la storia della commedia all’italiana: con Benigni, Poli e i Giancattivi, è stato un punto di riferimento per noi che siamo venuti dopo – ha detto Carlo Conti, il leader dei toscani “fuori sede” -. Con Pieraccioni e Panariello – sottolinea Conti – abbiamo sempre guardato a lui come a un punto fermo per lo spettacolo, il cinema, la televisione».

Nato a Firenze il 17 maggio del 1955, ma pratese a tutti gli effetti, Nuti è stato anche un discreto calciatore e con Paolo Rossi condivise i primi tiri in porta, proprio a Prato. Era tifosissimo della Fiorentina: lo ricordiamo sul palco di Sanremo, nel 1988, ammettere che giocare con la maglia viola fosse l’unico sogno che non era riuscito a realizzare – e non a caso tra i primi a esprimere il proprio cordoglio oggi sono stati proprio i dirigenti del Museo Fiorentina. Come attore e come regista era riuscito invece a centrare tutti gli obiettivi, mettendo spesso d’accordo la critica più esigente e il grande pubblico. Nuti esordì negli anni Settanta nei “Giancattivi” di Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, protagonisti di un periodo bello della comicità italiana che in quel periodo vide affacciarsi sulla scena tantissimi artisti che avrebbero cambiato per sempre il mondo della risata e del cinema: Carlo Verdone, “La Smorfia” di Massimo Troisi, Massimo Boldi e la nidiata milanese del Derby.

Nuti non ha mai scelto il percorso più facile e ogni volta ha intrapreso una strada diversa, percorsa sempre però fino al successo e al gradimento del pubblico: dopo “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), ecco “Io, Chiara e lo Scuro”, che gli valse il David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attore protagonista, e “Son contento” (1983). La carriera proseguì anche come regista, con il cui ruolo firmò “Casablanca, Casablanca” (1985), “Tutta colpa del paradiso” (1985), “Stregati” (1986), “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), “Willy Signori e vengo da lontano” (1989) e “Donne con le gonne” (1991). Accanto a lui, attrici bellissime e bravissime, che con Nuti sono riuscite a toccare nuovi tasti interpretativi e ad aggiungere ai loro curriculum ruoli unici e indimenticabili: Barbara De Rossi e Giuliana De Sio, Ornella Muti e Clarissa Burt, Isabella Ferrari e Carol Bouquet, Francesca Neri e Sabrina Ferilli. “OcchioPinocchio” (1994), “Il signor Quindicipalle” (1998), “Io amo Andrea” (2000) e “Caruso, zero in condotta” (2001) ottengono tiepidi consensi al botteghino, non paragonabili ai successi degli anni precedenti.

Poi la depressione toglie per sempre Francesco dalla scena: solo sporadiche apparizioni, sufficienti però a far scaturire nuove, numerose e spontanee attestazioni di affetto da parte dei tanti fan che fino all’ultimo hanno sperato di rivederlo attivo e che di volta in volta hanno organizzato serate per riapprezzare tutti insieme i capolavori di questo genio disincantato. In molti citano a memoria la sua lettura indimenticabile della politica italiana attraverso i salumi («La mortadella è comunista. Il salame è socialista. Il prosciutto è democristiano. La coppa liberale. Le salsicce repubblicane. Il prosciutto cotto è fascista. E i radicali? I radicali sono la finocchiona»). Altri invece dibattono sul quesito che anima un altro dei suoi capolavori: «Chi tace acconsente. No chi tace sta zitto», dall’immortale “Madonna che silenzio c’è stasera”. Oggi siamo tutti in silenzio, ma nessuno acconsente. Madonna che silenzio c’è stasera; un silenzio che durerà a lungo.