L’attacco russo alla Polonia non ci voleva. Accidenti: cade proprio nel giorno in cui alla Camera le opposizioni si preparavano a spiegare, attraverso tre mozioni parlamentari incrociate, che di riarmo in Europa non si sarebbe dovuto più parlare. E invece, i casi della storia: il centrosinistra colto in contropiede si trova a condannare l’atto di ostilità deliberata di Vladimir Putin che in un colpo solo ribalta irenisti di piazza e mediatori di governo, costringendo il Parlamento Italiano, l’Unione Europea e la Nato ad assumere una identica posizione. Alla prova di guerra di una Russia disperata da tre anni di infruttuosa (e luttuosa) campagna ucraina – il loro Vietnam, per numero di morti e per tempo speso – può arrivare una risposta dritta sui denti. Putin compatta il fronte occidentale come mai nella storia erano riusciti a fare Franklin Delano Roosevelt e Winston Churchill. Lo sottolinea lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando da Lubiana, in Slovenia: quel che è accaduto in Polonia è «Gravissimo: ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro di violenza incontrallato». Quanto avviene in Ucraina viene accentuato anche dalle «dichiarazioni minacciose del Cremlino ai paesi europei che sono un elemento che induce all’allarme. Il rischio estremamente alto che si scivoli in un conflitto di dimensioni inimmaginabili è incontrollabile».

L’evidenza del tentativo di Mosca di aggredire Varsavia c’è. La mette a verbale la sede diplomatica polacca di Roma: «Non vi è dubbio che si sia trattato di un’azione pianificata, di una provocazione su larga scala e non di un evento accidentale», dichiara il capo della missione diplomatica polacca a Roma, Ryszard Schnepf. L’ambasciatore polacco specifica che il peggio è stato evitato perché la minaccia dei numerosi droni russi sulla Polonia è stata «abbattuta grazie a una operazione efficace del comando polacco e delle forze della Nato, tra cui quelle italiane». C’è la pistola fumante, nelle mani di Putin, e c’è chi quel pistolero ha disarmato, l’Italia e gli altri partner. Un aereo spia dell’Aeronautica Militare è decollato all’istante, la notte scorsa, dalla base aerea di Amari (Estonia) per intercettare i droni russi da abbattere. Si tratta di un E-550A CAEW, un sofisticato velivolo da sorveglianza aerea del 14° Stormo impegnato nell’operazione Baltic Eagle III. Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha preso il volo molto presto, ieri mattina. Ed è arrivato a Londra per un vertice tra ministri della Difesa di Uk, Francia, Germania, Spagna e Polonia: quest’ultima ha dato conto dell’atto ostile dei russi e invocato l’art.4 dello statuto Nato, quello della consultazione strategica comue in vista di una minaccia concreta. Crosetto sottoscrive: «Chiunque viola lo spazio aereo della Polonia, viola lo spazio aereo di Regno Unito, Germania, Francia, di ogni paese dell’alleanza Atlantica. Perché un’alleanza o è, ed è totale, o non è. È il messaggio forte che vogliamo lanciare a Putin». Si è trattato di una provocazione o, come indicano gli analisti, di un test vero e proprio? «Io non so se sia stato un modo per testare le nostre difese o una provocazione».

Per il ministro, il blitz avrebbe avuto un duplice scopo: provocare e testare. Come se Mosca stesse volutamente alimentando un’escalation «che nessuno vuole», precisa Crosetto al termine del summit londinese. «La Nato, e ogni nazione Nato, è pronta a reagire e si aspetta che le altre nazioni reagiscano se toccherà a un’altra nazione». Nel vertice tra titolari della Difesa si è parlato anche di guerra ibrida. «La Russia è in guerra anche con noi» sotto questo profilo, ha aggiunto il ministro della Difesa, evidenziando l’impegno italiano contro «gli attacchi hacker» e «la guerra all’informazione» imputati a Mosca: attacchi «alle nostre democrazie non diversi» da quelli militari di cui «vediamo evidenza ogni giorno contro l’Ucraina».

In Parlamento, le bandiere pacifiste sono ammainate. Il Pd di Elly Schlein però non demorde del tutto e contraddice il Pd che era stato di Lorenzo Guerini e di Paolo Gentiloni: i dem schleiniani chiedono al governo di «sostenere, nelle sedi opportune, la posizione di non adesione all’obiettivo del 5% del Pil destinato alla spesa militare in ambito Nato», si legge nella mozione dem. La mozione di Avs chiedeva, «anziché portare la spesa militare al 5 per cento del Prodotto interno lordo, di adottare iniziative per finanziare, sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, il Fondo sanitario nazionale». Anche i 5S, nel loro documento, chiedevano di «scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento della spesa in difesa e sicurezza in riferimento al raggiungimento dei nuovi target Nato, adottando contestualmente iniziative urgenti volte al progressivo aumento annuale delle risorse del Fondo sanitario nazionale». Di tutt’altro avviso Azione, che ha parlato di «una tabella di marcia realistica per l’incremento della spesa per la difesa, vincolando tale aumento a un effettivo potenziamento della capacità operativa delle forze armate, con l’obiettivo di raggiungere il 2 per cento del prodotto interno lordo già dal 2025 e il 3,5 per cento entro il 2035, secondo criteri conformi alle regole Nato».

Il generale Vincenzo Camporini, che per Azione si occupa di Difesa, confida il suo pensiero al Riformista: «Sarebbe importante sapere se i droni russi avevano o no la testa di guerra (la Shahed ne può avere una da 40kg.)
Certamente l’accaduto, con oltre una decina di droni, fa pensare più ad un test della difesa aerea occidentale, anche in vista dell’esercitazione Zapad che comincia dopodomani».
I ministri, a partire da Cirielli, mettono a verbale la loro condanna: «La violazione dello spazio aereo della Polonia da parte di droni russi è un episodio estremamente grave che minaccia la sicurezza dell’intera Regione Euro-Atlantica». Salvini è cauto: «Prima di parlare di guerra bisogna contare fino a cento». In serata è la premier, Giorgia Meloni, a parlare. Al telefono, con il premier polacco Donald Tusk e Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron, il segretario generale della Nato Mark Rutte, e il premier inglese, Keir Starmer.
«Ho ricevuto non solo espressioni di solidarietà nei confronti della Polonia, ma soprattutto proposte di sostegno concreto alla difesa aerea del nostro Paese», ha dichiarato Tusk al termine. Meloni aveva già definito con nettezza la posizione del governo italiano: «Grave e inaccettabile violazione» russa dello spazio aereo polacco e, ha fatto notare, «dell’Alleanza Atlantica».
La premier assicura che l’Italia continuerà a lavorare per «garantire la sicurezza europea, a partire da quella ucraina, e per il raggiungimento di una pace giusta e duratura».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.