La data sovereignty non è un concetto astratto: in Italia come in Europa, è diventata una priorità strategica per aziende e Pubbliche Amministrazioni. Le organizzazioni vogliono sapere dove risiedono i propri dati, chi può accedervi e come vengono governati. È una necessità dettata dalla sicurezza e dalla fiducia, pilastri imprescindibili in un mondo sempre più interconnesso.

Tuttavia, affrontare questo tema richiede oggi un approccio pragmatico. Sovranità digitale non deve significare isolamento, bensì libertà di scelta. È la capacità concreta di decidere autonomamente quali tecnologie adottare, come amministrarne la gestione e come evitare vincoli tecnologici, pur operando in un ecosistema globale. Questo messaggio è emerso con forza al recente Google Cloud Digital Sovereignty Summit 2025. Lo studio “Digital Innovation with Control”, presentato per l’occasione, conferma che la presunta scelta tra innovazione e controllo è un falso dilemma: i due elementi devono convergere. L’adozione del cloud e dell’AI ha il potenziale di generare una crescita di 1,2 trilioni di euro in Europa, ma per sbloccare questo valore servono infrastrutture sicure e interoperabili.

In Italia, trasformiamo questa visione in realtà grazie alle nostre due Google Cloud region di Milano e Torino. Queste infrastrutture locali offrono opzioni di residenza dei dati e in caso di contesti critici possono essere abbinate a servizi aggiuntivi come External Key Manage per la gestione autonoma delle chiavi di crittografia o addirittura a Google Distributed Cloud air-gapped che permette di lavorare in maniera disconnessa dal cloud pubblico. È un modello di vicinanza e sicurezza rafforzato da ulteriori iniziative che stiamo portando avanti a livello europeo come la recente inaugurazione del Sovereign Cloud Hub a Monaco, uno spazio dove clienti e partner possono testare soluzioni che garantiscono i massimi standard di sovranità senza rinunciare alle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale.

Il nostro obiettivo è costruire un ecosistema dove sicurezza globale e controllo locale coesistano. Il futuro digitale del nostro Paese non risiede nella chiusura, ma nella sintesi tra fiducia, controllo e innovazione.

Raffaele Gigantino

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