L’intelligenza artificiale alla prova delle regole della concorrenza e del libero mercato. È stato questo il filo conduttore dell’incontro pubblico promosso da The Interaction Company of California presso l’Associazione Stampa Estera in Italia, dedicato al caso antitrust che vede coinvolta Meta AI e che ha portato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad aprire l’istruttoria A576 e un procedimento cautelare.
La conferenza stampa, durata quasi tre ore, ha registrato una partecipazione ampia e qualificata: oltre quaranta giornalisti italiani e internazionali, sedici domande di approfondimento e un confronto serrato sui profili giuridici, industriali e tecnologici della vicenda. I lavori sono stati moderati da Aldo Torchiaro (Il Riformista), che ha condotto il dibattito in inglese e italiano, accompagnando gli interventi dei relatori e il dialogo con la stampa.

Aprendo l’incontro, i rappresentanti dell’azienda hanno chiarito il nodo centrale: «Quando una sola piattaforma decide per tutti, a pagare sono la concorrenza e gli utenti». Secondo i nuovi Termini e Condizioni di Meta AI Business, dal 15 gennaio 2026, in assenza di un intervento dell’Autorità, Meta potrebbe imporre l’uso esclusivo di Meta AI su WhatsApp. Uno scenario che, secondo numerosi esperti, rischierebbe di comprimere innovazione e libertà di scelta, bloccando il mercato su una soluzione ritenuta meno performante rispetto ad altri assistenti di intelligenza artificiale già disponibili.

Il CEO Marvin von Hagen ha espresso fiducia nell’azione regolatoria: «L’audizione ha messo in luce la competenza e l’indipendenza dell’Autorità, elementi che ci rendono fiduciosi nel processo». Una valutazione condivisa anche da Simone Gambuto, secondo cui il mondo digitale guarda con attenzione all’iniziativa italiana e a quella parallela della Commissione europea, ritenute decisive per evitare «gravi e irreparabili conseguenze» derivanti da un possibile abuso di posizione dominante.

Sono intervenuti Marvin von Hagen, co-fondatore e CEO di The Interaction Company of California; Claudia Dalmau Gomez, responsabile Operations e Legal; Simone Gambuto, avvocato antitrust e equity partner di Nunziante Magrone; Jeremie Jourdan, partner di Geradin Partners a Bruxelles, già funzionario della Commissione europea ed esperto di applicazione dell’articolo 102 TFUE e del Digital Markets Act.

Nel corso dell’incontro è stato illustrato il funzionamento di Poke.com, progettato come un vero assistente personale digitale, capace di operare in modo integrato su WhatsApp, Apple iMessage, SMS, email e agende elettroniche, senza applicazioni dedicate. La piattaforma è costruita secondo i principi della privacy by design, utilizza dati cifrati, non ricorre a profilazioni invasive e lascia all’utente il pieno controllo. Le funzionalità spaziano dalla gestione degli appuntamenti ai promemoria sanitari, dall’assistenza ai viaggi all’organizzazione quotidiana.

A margine dell’evento, un business lunch ha riunito numerosi corrispondenti della stampa estera in Italia, proseguendo il confronto in un contesto informale. In conclusione, l’azienda ha ribadito che l’imposizione dell’uso esclusivo di Meta AI su WhatsApp comprometterebbe l’interoperabilità su cui si fondano Poke.com e servizi analoghi, creando un precedente pericoloso per concorrenza e innovazione.

In gioco, è stato sottolineato, non vi è solo l’interesse di una singola impresa, ma l’architettura del futuro digitale europeo: un ecosistema che deve restare aperto, competitivo e pluralista, nel rispetto dei diritti degli utenti e delle regole del mercato.