Mama Africa
L'ultima tragedia
Darfur in ginocchio, la strage della frana che cancella un villaggio e l’eterna guerra civile che ha devastato la popolazione
La guerra civile in Sudan va avanti da quasi due anni e mezzo ed il paese africano si trova a vivere una nuova tragedia. Nel Darfur, la regione occidentale teatro degli scontri più duri, una frana ha travolto un villaggio facendo più di mille vittime. Dopo settimane di violentissime piogge una montagna avrebbe ceduto crollando sul villaggio sottostante. Questa zona del Darfur è sotto il controllo della milizia dell’Esercito di Liberazione del Darfur (SLM/army) un gruppo combattente formato dai tre gruppi etnici principali di questa area cioè i Fur, gli Zaghawa e i Masalit.
Questi miliziani, forti di circa 1500 uomini, sono alleati delle Forze Armate Sudanesi guidate dal generale Abdel-Fattah al-Burhan. Questa regione rimane al centro della battaglia ed i ribelli delle Forze di Supporto Rapido, originari delle tribù arabe locali, hanno preso il controllo di oltre l’80% del Darfur. I governativi resistono soltanto nella capitale settentrionale di al Fasher, assediata da oltre un anno dalle RSF. Si tratta dell’ultimo grande centro abitato controllato dall’esercito ed in città sono intrappolate circa 260mila persone, tra le quali anche 130mila bambini. A marzo l’esercito regolare ha ripreso il controllo della capitale Khartoum, per quasi due anni terreno di scontro.
Anche l’aeroporto internazionale è tornato sotto il controllo governativo, così come le province del Kordofan e del Sennar, ma per il momento il generale al-Burhan mantiene la capitale provvisoria a Port Sudan, il principale hub marittimo del paese. Intanto il generale Mohamed Dagalo, detto Hemeti, comandante delle Forze di supporto rapido (Rsf), la settimana scorsa ha giurato come nuovo capo di un governo parallelo che ha scelto come sede proprio il Darfur. Il generale ribelle ha organizzato la cerimonia a Nyala, la capitale provvisoria delle Forze di Supporto Rapido, in un atto simbolico che potrebbe però far pensare ad una possibile secessione.
Insieme ad Hemeti, che ha giurato nelle mani del capo della sua magistratura il giudice Ramadan Shimila, hanno giurato anche i suoi ministri e lui ha anche nominato 10 governatori, anche in zone che sono sotto il controllo del governo di Khartoum. Questo governo parallelo ha già tenuto il suo primo consiglio, proponendo un programma politico e rilanciando l’offensiva militare contro l’esercito. Hemeti ha poi incontrato gli abitanti di Nyala ed in un discorso pubblico ha accusato il generale al-Burhan di crimini di guerra. In realtà entrambe le parti sono accusati di crimini di guerra e le RFS di Hemeti anche di pulizia etnica proprio in Darfur. Tutto mentre questa guerra civile ha già provocato circa 70mila morti e oltre 13 milioni di sfollati con una crisi umanitaria che ha lasciato la metà della popolazione in condizione di totale insicurezza alimentare.
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