Alla testa della Cfdt e della Cgt, le due sigle sindacali più antiche, più rappresentative e anche più rivali tra loro, ci sono Marylise Léon e Sophie Binet: le due nuove leader della protesta contro la riforma delle pensioni che ora sono chiamate a rilanciare la lotta contro la pensione a 64 anni e a gestire una prossima tappa fondamentale, quella dei cortei del 1° maggio che si annunciano imponenti e delicati da gestire.

Léon e Binet rappresentano una nuova unità sindacale, accompagnata prima del loro arrivo da accuse di discriminazione a danno delle donne, nelle posizioni di vertice e non solo.

Il 10 gennaio scorso i leader si trovavano tutti d’accordo su una cosa, il no alla riforma delle pensioni ma davanti all’obiettivo c’erano otto uomini e una sola donna. Quest’ultima a capo del sindacato Solidaires (assieme a un collega uomo). Qualche settimana dopo quella donna, Murielle Guilbert, scrisse su Libération un intervento per chiedere più parità: “Non voglio più essere l’unica donna nella foto”.

Detto fatto: alla scadenza del mandato, all’inizio di aprile, Philippe Martinez è stato sostituito dalla 41enne Sophie Binet alla testa della Cgt, la storica confederazione generale del lavoro di ispirazione marxista quando venne fondata nel 1895, oggi superata come primo sindacato francese dalla riformista Cfdt. In questi mesi l’appoggio della Cfdt è stato decisivo per l’efficacia del movimento contro la riforma delle pensioni, e il suo leader Laurent Berger è diventato la vera spina nel fianco di Macron, perché vicino a lui per moderazione e visione del mondo in teoria, ma di fatto in completo disaccordo con il capo dello Stato.

Qualche giorno fa, a sorpresa, Berger ha deciso di dimettersi dalla guida del primo sindacato francese “per ragioni che non riguardano la lotta sulla riforma delle pensioni”. Secondo qualcuno si sta preparando alla corsa all’Eliseo del 2027, lui nega, ma intanto ha lasciato il posto alla sua numero due, la 47enne Marylise Léon.

Marylise Léon è nata a Le Mans da una famiglia bretone, chimica di formazione, due figli (“i posti migliori me li hanno proposti solo una volta che erano nati”, dice), è descritta così da Berger: “È una donna dinamica, con una comprensione del mondo del lavoro talvolta più forte della mia, in particolare sulle nuove forme di impiego”. Alla Cfdt da 18 anni, “è molto apprezzata perché è dura nei negoziati ma vicina alla gente, molto alla mano”, aggiunge Berger.

Sophie Binet, 41 anni, è la prima donna a guidare la Cgt nei suoi 128 anni di storia. Studi in filosofia, femminista, è arrivata a guidare il sindacato a sorpresa al termine di un congresso e in rottura con il contestato leader precedente, Philippe Martinez. Suo il commento più feroce pochi minuti dopo l’ultimo, solenne intervento televisivo di Macron, lo scorso 17 aprile: “C’è da chiedersi su quale pianeta viva Macron, sembra che non abbia capito una parola di quel che gli hanno detto milioni di manifestanti. È un discorso che sembra scritto da ChatGPT”.

Léon e Binet sono chiamate a gestire il malcontento in vista del 1° maggio che potrebbe provocare gravi incidenti, tra i black bloc e polizia. Sarà loro obiettivo anche frenare una terza donna, Marine Le Pen, che ormai supera Macron (47% contro 42% secondo il sondaggio Ifop) nel gradimento dei francesi.

Riccardo Annibali

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