La debacle della lista di scopo Stati Uniti d’Europa alle elezioni europee sembra aver chiarito a molti esponenti centristi le idee sul campo largo e su un posizionamento diverso. Dopo Matteo Renzi, che ha aperto al dialogo con il Pd, è il turno della deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. Per lei la sfida da perseguire è quella di una nuova Margherita.

Boschi, i riformisti nel centrosinistra

In un’intervista al Messaggero, Boschi parla del futuro dei riformisti. “Possono trovare spazio nel centrosinistra?”, le viene chiesto. “Assolutamente sì. Senza riformisti il centrosinistra non vince, come dimostra la recentissima campagna elettorale britannica. Finché i laburisti hanno criticato Blair hanno perso, quando hanno riscoperto Blair hanno vinto, non è un caso”, risponde la deputata di Iv.

Boschi, dal Terzo Polo a una nuova Margherita

Poi Boschi, rispolverando il ricordo del Terzo Polo, attacca ancora Carlo Calenda: “Il terzo polo era una grande idea ma è fallita per la responsabilità personale e politica di Carlo Calenda. Calenda ha rotto il terzo polo nell’aprile del 2023 con un comunicato stampa e ha impedito di raggiungere il quorum dividendo i riformisti nel 2024. Non accetto la tesi di chi dice: hanno sbagliato tutti. Eh no, solo Calenda ha messo i veti, nessun altro. Renzi si è occupato dei voti, prendendone più del doppio di Calenda nelle stesse circoscrizioni di voti e non di veti. Se vogliamo di nuovo un terzo polo serve un terzo nome. Renzi ha detto va bene, Calenda continua a dire no”.

Alla domanda se una figura che possa riunire i riformisti possa essere Paolo Gentiloni, Boschi risponde così: “Ho lavorato con Paolo in due governi e lo stimo ma molto dipende se in questo eventuale progetto confluisce un pezzo dei riformisti del Pd o no, a me piace l’idea della Margherita come lanciata da Rutelli, Parisi e dagli altri: un luogo di cultura politica riformista. Per me è stato il primo partito che ho votato dunque ci sono affezionata. Vediamo se sarà possibile ricostruirlo con uno sguardo proiettato sul futuro. Sarebbe una sfida suggestiva”.

Il dialogo con Elly Schlein

Per l’esponente di Italia Viva, come pochi giorni fa ha sostenuto anche Renzi, c’è lo spazio e la possibilità di aprire al dialogo con il Pd di Elly Schlein, partendo “da un punto di metodo che a onore del vero Schlein ha sempre sostenuto: non si possono mettere veti. Nel 2022 sono stata testimone personalmente del voltafaccia di Enrico Letta che volle tener fuori Italia Viva solo per un risentimento personale. Ma così facendo spalancò le porte a Meloni. Se non ci sono veti allora si discute di tutto. Se Elly fa sul serio, come credo, si può andare a vedere le carte”.

Redazione

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