Un'altra realtà
Elezioni Regionali, Schlein piegata ai diktat del M5S. Picierno: “Vorrei un Pd più coraggioso”
Agli esordi, la Segretaria dem promise guerra ai capi corrente in Campania mentre adesso si accorda con i pentastellati. E il Terzo polo è tramontato
La segretaria del Pd si è lanciata nel suo appuntamento al buio, ovunque con il M5S. Una scelta temeraria: come reagirà Giuseppe Conte alle avance dell’inquilina del Nazareno? Incasserà i regali offerti alle regionali (Campania e Calabria) e si muoverà comunque verso la pugnalata finale? E poi ci sono i costi personali, la segretaria per godersi il lieto fine con l’avvocato del popolo, è stata persino costretta a sdoppiarsi.
È successo in Campania, dove la prima esuberante Elly promise la guerra ai capi corrente, nello stesso luogo in cui la sua controfigura più di due anni dopo, ci ha stretto un accordo. Il tutto per coronare il sogno di una stagione: mettere in campo i “gemelli del gol”, Pd e M5S, più una manciata di “caramelle” per Alleanza Verdi e Sinistra e per Matteo Renzi, i partner esclusi dal salotto buono. Così nasce la canzone dell’estate: “Voglio una vita spericolata”. Con una variazione non del tutto irrilevante: da Steve McQueen a Igor Taruffi. Il braccio destro della segretaria si è assunto il solito compito ingrato di accompagnare all’altare Giuseppe Conte.
Regionali Toscana, Elly è generosa
In Toscana il responsabile enti locali dem è il regista occulto della stretta di mano, quella tra Eugenio Giani e Paola Taverna. Un grande evento, che non ha contropartite per il Pd, ci guadagnano (anche in termini di possibili assessorati) solo i pentastellati. È a Firenze che Elly dimostra di essere molto generosa con i quasi amici di via di Campo Marzio, la cui dote, in termini elettorali, è da prefisso telefonico.
Regionali Campania e Calabria: agosto da dimenticare
Sotto il Vesuvio, è ancora lui quello che spinge per il “pari e patta”: a Piero De Luca la federazione regionale, ai riottosi Marco Sarracino e Sandro Ruotolo le federazioni di Napoli e di Caserta. In Calabria non c’è neanche il tempo di discutere: c’è solo un candidato benedetto dai dem, è il padre del reddito di cittadinanza, Pasquale Tridico, una sorta di eminenza per il campo largo. Insomma un agosto da dimenticare al Nazareno, ma se Atene piange, Sparta non ride. La maggioranza ha digerito a fatica l’innominabile patto con l’ex sindaco di Salerno, mentre la minoranza assiste silenziosa al passaggio di consegne.
Picierno immagina un’altra realtà
Ha parlato, come al solito, solo la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno. L’eurodeputata su Vanity Fair ha provato ad immaginare un’altra realtà: “Penso che la Sinistra di Schlein sia molto identitaria, molto ripiegata su sé stessa. Io vorrei un Pd più coraggioso, più aperto, più plurale, più europeista, meno preoccupato della contesa con Conte”. Il primo ad annusare l’aria e a scappare dall’alleanza a sei stelle a gambe levate è Carlo Calenda. Inequivocabile il suo verdetto: “Schlein è piegata ai diktat del M5S”.
Mentre una storia d’amore nasce, un’altra si avvia mestamente al tramonto: quella del fu terzo polo. Azione dice addio alla coalizione di centrosinistra (nelle Marche, in Toscana, Campania e Calabria), Italia Viva prenota la prima fila anche dietro a Roberto Fico e a Pasquale Tridico. Si conquista un posto in tribuna (il simbolo non sarà presente da nessuna parte) il Partito Liberaldemocratico. Spiega al Riformista la responsabile Enti Locali, Valeria Pernice: “Queste elezioni stanno esprimendo il peggio della politica: assembramenti con l’unico scopo di non far vincere l’altro, feudatari che non vogliono rinunciare al loro potere, mercanteggiamenti familiari come nel medioevo”. Il ritorno a Roma della segretaria rischia di essere tribolato: “Il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va”.
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