Immaginate una associazione che si appresti a organizzare un qualsiasi evento senza un responsabile. Immaginate che nel frattempo siano arrivate un bel po’ di richieste per ricoprire quel ruolo ma che, con motivazioni al momento sconosciute, la stessa associazione continui a non nominarlo, nonostante lo statuto affermi che solo quella carica può gestire l’attività. È quanto è avvenuto (e sta ancora avvenendo) alla “Fondazione Euroroma 2024”, l’organismo presieduto da Stefano Mei, che ha l’ardito ruolo di organizzare gli Europei di Atletica Leggera nella nostra Capitale tra due anni.

Andiamo con ordine, perché dalla pubblicazione del bando – 1° febbraio 2022 – ne è passata di acqua sotto i ponti del Tevere. Alla scadenza per la presentazione delle candidature, fissata nei primi giorni di marzo, la rosa di aspiranti alla carica di Direttore generale della Fondazione sono 21. Ne restano però in gara 17: quattro vengono infatti esclusi per mancanza dei requisiti richiesti. La seconda fase porta alla preselezione di tre curricula. Due di questi sono candidati effettivi. Ma uno solo sembra essere rimasto in gara. Eppure, il Cda di Fondazione Euro 2024 non si decide a nominare il proprio Direttore Generale.

I colloqui orali, effettuati il 5 maggio successivo a tutti i candidati, portano a una scrematura dei nomi, fino ad arrivare a preselezionarne tre, appunto. A esaminare le documentazioni pervenute per il prestigioso ruolo della Fondazione, una commissione nominata da Federazione Italiana di Atletica Leggera e Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questa commissione protocolla una relazione in cui indica al Cda la rosa con i tre nomi, tra i quali si procederà a scegliere il migliore. Si tratta di Daniele Frongia, Paolo Carito e un terzo che però comunica il ritiro per ragioni personali. Sulla vicenda si accendono i riflettori della stampa. In particolare, lo scorso 13 luglio, un articolo pubblicato da “Verità&Affari” a firma di Fosca Bincher si sofferma sui candidati. Mentre Carito viene definito “dirigente e manager con un curriculum da paura”, di Frongia, dà una descrizione non proprio collimante col ruolo per cui concorre. “Già assessore allo Sport nella giunta di Virginia Raggi, da cui si dimise qualche mese prima delle elezioni per diventare vice capo di gabinetto del ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone. Esperienza manageriale scarsa o nulla”, scrive il giornale, evocando poi qualche preferenza da parte della politica pentastellata proprio per lui. Un articolo – e in particolare quest’ultimo passaggio – a cui lo stesso Frongia replica pochi giorni dopo in maniera piccata, sostenendo di possedere i requisiti necessari al ruolo e, sentendosi diffamato, di non avere “Santi lassù, nel paradiso a 5 Stelle”, come riportava l’articolo.

La controreplica del direttore Bechis è però, se possibile, più dura del pezzo originario. Ma non muta la sostanza dei fatti. Dal 5 maggio a oggi sono trascorsi quasi 120 giorni senza che la Fondazione nominasse il proprio vertice operativo. Che, da statuto, sarebbe l’unico organo preposto alla gestione ordinaria e in parte anche straordinaria della Fondazione stessa. Una stasi che ha costretto l’organismo a presentarsi agli Europei di Atletica Leggera di Monaco di Baviera (dal 15 al 21 agosto scorso) privi della personalità – fisica e istituzionale – che dovrà essere alla guida della macchina organizzativa dell’evento. Ovviamente, non c’era neppure una piccola parte della squadra che dovrà affiancarlo, ma soltanto degli addetti della Fidal ai quali sarebbe stato chiesto di occuparsi momentaneamente degli Europei.

Una Fondazione acefala, dunque, il cui stato attuale speriamo non duri ancora a lungo: sarebbe però curioso capire le ragioni di questa attesa. A pagarne le conseguenze potrebbe essere la buona organizzazione di una manifestazione così importante come gli Europei di Atletica di Roma 2024.

LA NOTA DI RETTIFICA DI DANIELE FRONGIA – 

Egregio Direttore Piero Sansonetti

con riferimento all’articolo pubblicato sulla testata “Il Riformista” dal titolo “Europei di atletica Roma 2023, dopo un anno manca ancora il dg” a firma di Redazione, in data 9 settembre u.s., sono a motivare urgente richiesta di rettifica dell’articolo richiamato.

Lungi dall’assumere una postura censoria, mi corre l’obbligo (e il diritto) di replicare a contenuti diffamatori e lesivi della mia immagine e dignità personale e professionale, contenuti opposti alla verità e alla continenza espositiva, principi fondanti del sacrosanto e legittimo diritto “di critica”.

L’articolo oggetto di contestazione riporta, in maniera “ciclostilata”, i contenuti diffamatori già riportati da altra testata (Verità&Affari) in data 13 luglio 2022, poi oggetto di rettifica (distorta anche quella nel titolo) e replica del Direttore della predetta testata (ancor più diffamatoria), che hanno evocato ed evocano ancora nei lettori e, soprattutto, tra “gli addetti ai lavori”, suggestioni e pregiudizi che distorcono la mia immagine. 

Inoltre, se si tiene in debita considerazione che la procedura selettiva pubblica per la nomina del Direttore generale della Fondazione “EuroRoma 2024) sia tuttora in corso, si converrà che la spasmodica attenzione riposta sul sottoscritto – lungi dal disvelare fatti obiettivi, concreti e veritieri – lede la mia dignità professionale e personale e potrebbe alterare quella serenità di valutazione necessaria alla Fondazione per la nomina del Direttore Generale della Fondazione. 

Si sottolinea poi come il sottoscritto sia impegnato anche in altra procedura concorsuale e che articoli del genere possano indurre a una valutazione distorta dei miei titoli. 

Volendo poi entrare nel merito, “Il Riformista” si limita a riportare apoditticamente e parzialmente i contenuti proposti da “Verità&Affari”, espungendo del tutto i contenuti della mia richiesta di rettifica; riporta invece che, in riferimento all’articolo di “Verità&Affari”, “… lo stesso Frongia replica pochi giorni dopo in maniera piccata, sostenendo di possedere i requisiti necessari al ruolo e, sentendosi diffamato, di non avere “Santi lassù, nel paradiso a 5 Stelle”, come riportava l’articolo”. 

Se per codesta testata vale il brocardo “verba volant, scripta manent”, allora si dovrà convenire che il sottoscritto non ha mai dichiarato – in replica al Direttore di “Verità&Affari” – di possedere i requisiti necessari al ruolo”. 

Di più.

Non è nemmeno vera l’attribuzione di non avere “Santi lassù, nel paradiso a 5 Stelle”: il sottoscritto, infatti, si è limitato a far notare che l’articolo di Verità&Affari sostenesse che sia Draghi che Vezzali fossero miei sponsor. Si tratta di una evidente distorsione della realtà, la cui contraddizione sarebbe stata percepibile all’occhio di qualsiasi giornalista: né il presidente Draghi, né la Sottosegretaria Vezzali sono esponenti, eletti o “santi” del M5S.

Sempre il “Riformista” scrive: “di Frongia, dà una descrizione non proprio collimante col ruolo per cui concorre. “Già assessore alla sport nella giunta di Virginia Raggi, da cui si dimise qualche mese prima delle elezioni per diventare vice capo di gabinetto del ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone. Esperienza manageriale scarsa o nulla”, scrive il giornale”.

Ciò, in assenza della replica del sottoscritto, induce il lettore a ritenere credibili o reali queste affermazioni che non risultano assolutamente veritiere. 

A tal riguardo, oltre ad aver svolto per 5 (cinque) anni l’attività di Assessore allo Sport e ai Grandi Eventi di Roma Capitale, ove ho fattivamente operato e collaborato ai fini della realizzazione di grandi manifestazioni ed eventi sportivi, specie di carattere internazionale (su tutte l’arrivo in Italia e nella Capitale della Formula E, del Gran Prix di Taekwondo, de Longines Global Champions Tour e della Roma HalfMarathon Via Pacis), ho ricoperto il ruolo – di natura dirigenziale e manageriale – di Commissario Straordinario per Roma Capitale dell’evento Uefa Euro 2020. Ed è proprio in qualità di Commissario che ho coordinato le attività dell’Ufficio di Scopo Uefa Euro 2020; interagito con Governo, Figc, Sport e Salute Spa, Uefa, Coni e il Local Operator di Roma Capitale; verificato la regolarità amministrativa e la conformità alla legge degli atti; disposto per l’utilizzo del budget stanziato pari a 12 milioni di euro consentendo anche un risparmio di oltre due milioni di euro rispetto a tale budget.

Secondo “Verità&Affari”, tuttavia, un Commissario degli Europei di Calcio non avrebbe titoli per svolgere un analogo ruolo per gli Europei di Atletica, peraltro nella stessa città e con gli stessi partner istituzionali.

E “Il Riformista” riproduce tale assurda valutazione senza alcun commento.

“Il Riformista” infine riporta, un giudizio positivo nei confronti di un altro candidato, qualificato “Da paura” (ma “Il Riformista” ha avuto modo di leggere le valutazioni della Commissione?), pur non avendo maturato alcuna significativa esperienza nel mondo dell’Atletica.

In relazione a quanto sopra rappresentato, il sottoscritto Daniele Frongia.