È stato arrestato in Francia il 40enne marocchino evaso dal carcere di Bellizzi Irpino lo scorso 11 gennaio. Una fuga rocambolesca iniziata di notte insieme ad altre due detenuti di cui uno fu subito preso e l’altro, un 22enne romeno, è ancora in fuga.

A dare notizia dell’arresto del marocchino è stato il Mattino. Alla fuga dal carcere parteciparono in tre. Erano in quattro in cella ma solo in tre sono riusciti a evadere dal carcere di Bellizzi Irpino in provincia di Avellino. Uno di loro, 45enne di origine albanese, è stato catturato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Avellino, mentre tentava di allontanarsi dal carcere. Durante la notte i quattro avrebbero iniziato a scavare un buco nel muro della cella grande almeno quanto basta per uscire. Poi hanno annodato le lenzuola e così sono riusciti a calarsi giù dalle mura del carcere e a darsi alla fuga.

Subito la polizia penitenziaria lanciò l’allarme per la pericolosità in particolare del marocchino. “Tra i tre detenuti evasi dal carcere di Bellizzi-Avellino (di cui uno prontamente catturato) c’è un marocchino che sembrerebbe appartenere ad un’organizzazione terroristica e che deve scontare 27 anni di carcere”. Così in una nota il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunse: “Dalle prime ricostruzioni pare dunque ci sia stato un piano di fuga ben organizzato con un’auto fuori che ha consentito ai due (il secondo romeno) di allontanarsi approfittando del numero molto limitato di agenti presenti e in servizio a Bellizzi, appena otto unità. Bisogna dunque rafforzare le operazioni di ricerca e mostrare grande attenzione per la pericolosità degli evasi”.

All’epoca dei fatti dai sindacati della penitenziaria si levarono forti proteste per le condizioni in cui si trovano i carceri in Italia e di cui la fuga rappresentava solo uno degli effetti. “Non servono studi accademici come quelli voluti dalla Ministra Cartabia per dire che i detenuti vanno rieducati offrendo loro telefonini, lavoro e umanizzazione della pena, che già esistono nel vigente ordinamento penitenziario. Senza pensare di dotare la polizia Penitenziaria idonee risorse umane e strumentali significa essere miopi rispetto a chi fa spregio delle leggi e delle regole penitenziarie e favorire colpevolmente evasioni e disordini ormai all’ordine del giorno”.

Così, in una nota, il presidente del sindacato di Polizia Penitenziaria Uspp, Giuseppe Moretti, e il segretario regionale della Campania, Ciro Auricchio, commentano l’evasione avvenuta la scorsa notte ad Avellino.
“Spiace – sottolineano – l’assordante silenzio in cui vengono lasciati gli agenti che restano troppo spesso gli unici a pagare senza avere colpe sullo stato di sicurezza delle carceri. È da tempo che denunciamo lo stato di abbandono delle carceri in Campania sia in termini di personale mancano 600 agenti di polizia penitenziaria in regione sia in termini di strumenti tecnologici avanzati”, concludono i due sindacalisti.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.