Al peggio non c’è mai fine. Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ieri sera è arrivato a Milano per sostenere la candidata sindaca Layla Pavone ma appena arrivato al gazebo elettorale si è reso protagonista di una gaffe davvero maldestra. Conte ha infatti sbagliato, mentre parlava con la stampa e le telecamere, il cognome della candidata. “Sono emozionato qui a Milano, sono molto contento di incontrare Layla Romano – ha detto Conte confondendo il cognome della candidata che è Pavone e che era di fianco a lui -. Mi fa piacere davvero che il Movimento 5 Stelle dia un grande segnale di rinnovamento. La nostra candidata è la dimostrazione che noi guardiamo alle punte più avanzate dell’innovazione digitale”.

Layla Pavone ha fatto sobriamente notare l’errore. Conte è alla guida di un partito che sulle gaffes ha costruito carriere, e non staremo qui ad enumerare la lunga serie di quelle che riguardano Luigi Di Maio o altri mancati intellettuali che all’ombra dei Cinque Stelle hanno trovato un riparo (e un lavoro). Ci siamo però chiesti: come mai nominare proprio Layla Romano? È un cognome che frullava in testa all’ex premier, per qualche motivo? Ciascuno di noi associa un nome nuovo a un cognome già noto, è un meccanismo che la neuroscienza studia da tempo e che va sotto il nome di metonimia associativa.

Abbiamo allora fatto qualche ricerca e trovato una sola Layla Romano, non del tutto sconosciuta sul web. Sarebbe una escort, o per lo meno qualcuna che fa di tutto per apparire tale. Dal suo profilo, accessibile al largo pubblico, si apprende quanto basta: vivrebbe a Londra, e il suo pensiero è riassunto da un esplicito riquadro color rosa su cui campeggia una call to action dalle origini ancestrali: “Fuck me”.

Sempre nella lingua di Shakespeare Layla Romano esplicita il suo invito con un recente post, poco più articolato: “Treat me like a princess, fuck me like a whore”, “trattami come una principessa, scopami come una puttana”. E non sappiamo se fosse esattamente a lei che pensava Giuseppe Conte, ma sappiamo per certo che è l’unica Layla Romano che abbiamo trovato con questo nome sulla rete. Certamente un esempio di come si può guardare ad una punta invero assai avanzata dell’innovazione digitale.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.