Il confronto che si è svolto in Parlamento sulla drammatica vicenda di Gaza andava condotto diversamente dal Pd. C’erano le condizioni per farlo. Tenere conto delle novità intervenute nella situazione. Considerare il mutamento emerso nella posizione del governo Meloni sul riconoscimento dello Stato palestinese e prendere favorevolmente atto che il piano Trump potrebbe (uso il condizionale) mettere fine alla guerra a Gaza.

Con il piano, per la prima volta si assiste ad un approccio multilaterale nell’affrontare la drammatica vicenda del conflitto. Non è più solo una questione tra Israele e Hamas, entrano in campo vari attori, i Paesi arabi, gli Usa, le Nazioni Unite, l’Unione europea. Gli obiettivi del piano vanno al cuore delle questioni: il rilascio degli ostaggi, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia, il coinvolgimento dei Paesi arabi nell’amministrazione transitoria della Striscia e nella ricostruzione di Gaza, l’impegno a riorganizzare e riformare l’Autorità Nazionale Palestinese per liberarla da ombre ed errori che hanno segnato la sua storia nel corso degli anni.

Perché non tenere conto esplicitamente dei mutamenti intervenuti? Come è possibile sia sfuggito al Pd che muovere nella direzione indicata dal piano potrebbe condurre alla sconfitta dei nemici dei palestinesi e degli israeliani? Sconfitta dei fanatici estremisti che condizionano il governo israeliano e di Hamas, che ha trasformato Gaza in una fortezza del terrorismo. Sia gli uni che gli altri intendono contrastare il piano, impedire che si realizzi. Si succedono le manifestazioni sindacali contro “il genocidio” israeliano a danno dei palestinesi. Conosco gli errori di Israele, ma occorrerebbe dire ai giovani, che non intendono mostrarsi indifferenti di fronte alle sofferenze di un popolo, che il 7 ottobre di due anni fa Hamas ha scatenato una guerra contro lo Stato ebraico non in nome di “Due popoli, due Stati”. Hamas non ha alcun interesse che prenda gradualmente forma uno Stato palestinese che riconosca Israele e non ne insidi la sicurezza; Hamas mira al rovesciamento di Israele e alla conquista dell’intera Palestina. Vuole far sparire lo Stato ebraico dalla carta geografica. Questo è il genocidio! Verrà il momento in cui si dirà la verità ai giovani?

Andrebbe inoltre ricordato al gruppo dirigente del Pd che le forze che si sono battute contro l’arroganza del governo Netanyahu sostengono il piano annunciato da Trump. Forze che potrebbero (anche qui il condizionale è d’obbligo) ritrovare intorno all’impegno per la sua realizzazione, l’unità politica e programmatica necessaria per rappresentare una nuova alleanza di governo per Israele. La verità è che il gruppo dirigente del Pd rischia di restare prigioniero di velleitarismi inconcludenti che ne indeboliscono la capacità di iniziativa politica, di riflessione critica, di analisi della realtà. Se non si interrompe questa china, ad essere compromessa è la possibilità stessa di costruire una convincente alternativa alla destra.