La soluzione è essere mattinieri
Genitori, figli e notti insonni: perché comportarsi da “gufi’ fa male al corpo e alla mente
Se non si è vacanzieri o turnisti e si decide di invertire la notte col giorno allora si potrebbe essere adolescenti. Troppo grandi per essere bambini e troppo piccoli per essere adulti. E poiché i “piccoli” vanno a letto presto, il rinviare intenzionalmente il momento del sonno notturno diventa un attraente comportamento da “grandi”. Poi, quando gli adolescenti sono in vacanza è ancora più naturale, e forse auspicabile, “fare tardi” per godersi un po’ più a lungo la vita sociale e le uscite con gli amici. Ma come ci hanno insegnato i Premi Nobel 2017 per la Medicina Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, ogni individuo ha un orologio biologico della durata di circa 24 ore che, tra le altre cose, regola anche l’alternanza tra sonno e veglia. Un “ritmo circadiano” che risente di molteplici fattori tra i quali la luce del sole e la temperatura ambientale.
Oltre al sonno, regola anche i livelli ormonali e il metabolismo e deve essere bene allineato con l’ambiente esterno. Se ciò non accade l’organismo ne risentirà. Quando dormire poco di notte diviene un’errata abitudine, si avranno ripercussioni sulle abilità fisiche e mentali. E le ore di sonno diurno o notturno si potranno equivalere solo per numero mai per qualità. Chi desidera sentirsi meno stressato, più ambizioso, sportivo, motivato, meno avvezzo al fumo e all’alcol, nel lungo periodo si dovrebbe comportare come le “allodole”: essere mattiniero. Comportarsi invece come i “gufi” e propendere a non dormire la notte oltre a fare ingrassare, incrementa il rischio di sviluppare diabete, problemi neurologici, decadimento della memoria e determina un aumento del 10% di morte precoce rispetto a chi ha una corretta igiene del sonno. C’è inoltre da sottolineare che l’alterazione dei normali ritmi circadiani è in stretta relazione con la salute mentale dell’individuo e che un’aumentata attività cognitiva o motoria durante la notte o un’eccessiva inattività durante il giorno, sono associate ad una maggiore predisposizione a sviluppare depressione, disturbo bipolare o altri disturbi mentali.
Siamo tutti esposti al rischio di passare notti insonni. C’è differenza tra invertire il ritmo sonno-veglia per brevi periodi di relax in compagnia e farlo perché la notte si sta da soli davanti a uno schermo. Se l’eccezione diviene la regola è allora che nasce il problema, soprattutto quando a farne le spese sono i più piccoli. E continua a crescere il numero di genitori che, non sapendo come comportarsi, oscillano da punizioni e sequestri di smartphone, pc e consolle al “fai come vuoi” quando i ragazzi la notte non si mettono a dormire e usano le tecnologie. Sequestrarle potrebbe non risolvere affatto il problema. La via del dialogo paziente e costante che smonta la risposta “ma lo fanno tutti” e mette in risalto gli effetti negativi sulla salute, che concorda con regole un po’ flessibili tempi e modi d’uso, l’abbandono del ruolo del genitore che predica o minaccia, il comprendere che per i più giovani esiste ciò che si vede e non quello che potrebbe accadere, aiutare i ragazzi a pigiare il tasto stop quando è troppo tardi senza ricorrere ad atti di forza ma mostrandosi realmente interessati e curiosi di ciò che stanno facendo, svegliarli il giorno dopo a un orario non troppo inoltrato affinché possano mantenere un corretto schema alimentare, sollecitarli a fare attività socializzanti o di utilità per la casa e così via sono alcuni dei modi utili per intervenire quando il problema è in fase iniziale prima che si trasformi in un sintomo che richiederà l’intervento di un esperto. Certo, fare i genitori non è facile: lo sapeva bene pure il padre di Nando Mericoni, in arte Santi Bailor. Però è anche difficile essere figli.
L’adolescenza è un gioco di tiro alla fune che agli adulti richiede tempo, disponibilità, prossimità, attitudine a tollerare le frustrazioni e capacità di non reagire in modo simmetrico: ai ragazzi il compito di tirare il proprio capo della corda per sperimentare se la struttura costruita fino a quel punto tiene e ai genitori quello di non mollare mai l’altro capo per dimostrare che è ben salda. Gioco estremamente serio che, sebbene estenuante in alcuni momenti, svolge una funzione cruciale per il buon esito delle ultime fasi del percorso di crescita dei ragazzi. Vale la pena ricordare che non solo gli adolescenti possono sdraiarsi. A volte lo fanno anche gli adulti e interi sistemi: uno dei rari casi in cui dormire può far male.
Emanuele Caroppo – Psichiatra e Psicoanalista SPI
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