Ci stiamo affacciando con sempre maggiore velocità alla terza recessione in dieci anni che comporterà un ulteriore aumento della disoccupazione, un rallentamento della produttività e una discesa dei consumi e dell’accesso al credito. In uno scenario geopolitico che vede un conflitto armato alle porte dell’Europa e la necessità quotidiana da parte dei governi europei, Italia e Germania in testa, di ricercare nuovi approvvigionamenti di gas per consentirci di essere sempre meno dipendenti da quello russo. Una fase straordinaria che necessita di straordinarie soluzioni. Un nuovo scostamento di bilancio può essere di aiuto ma non risolleverà le gravi perdite economiche che stiamo registrando. Occorrono una visione e una strategia di lungo periodo.

Mentre festeggiamo la festa dei lavoratori è bene riflettere su come la politica, a cominciare dai partiti di centrosinistra, deve offrire nuove risposte alle esigenze dei tanti che tra pandemia e guerra stanno nutrendo un profondo sentimento di sfiducia. Nel corso degli ultimi dieci anni le riforme fatte in Italia sono state indotte prevalentemente dall’Europa. Si è, quindi, creato uno sviluppo adattato alla contingenza e non uno sviluppo di lungo periodo. La vera sfida per il centrosinistra, da affrontare da qui alle elezioni politiche, è quella di creare una nuova agenda sociale che metta al centro della futura azione politica del governo i giovani e il lavoro. Le elezioni che si sono svolte nei paesi europei hanno dimostrato che si vince con proposte che guardano soprattutto al ceto medio della società, dai piccoli imprenditori alle partite iva, ma anche con politiche più radicali: è necessario aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie e avviare una maggiore redistribuzione delle ricchezze attraverso una diversa idea di tassazione.

In Italia nei prossimi mesi dovremo gettare le basi del programma di Governo che dovrà mettere al centro la giustizia sociale, i giovani, la lotta al precariato, un equo sostegno al reddito per rientrare nel mondo del lavoro. L’Europa austera e tecnocratica ha segnato il passo rispetto ad una reale Unione di Stati, complice anche la necessità di difendere insieme le conquiste democratiche e libertarie oggi messe in discussione da Putin e dai suoi alleati.  Il centrosinistra dovrà farsi trovare pronto. Come? Dobbiamo costruire un’alleanza plurale e non egoriferita, solidale ed inclusiva e non individualista, che abbia una visione e non sia miope. Con una prospettiva politica comune tra i partiti che si ispirano alla migliore tradizione riformista legata ai valori e alla cultura del socialismo europeo: socialisti, progressisti, democratici, al timone di una coalizione credibile e moderna per battere ogni forma di populismo e le destre nazionaliste.

Dovremo affrontare con risolutezza il tema del futuro dell’Italia rinsaldando quella fiducia che i cittadini hanno sottratto alla classe dirigente politica. Riappropriarsi di temi nostri – temi consegnati alla destra populista – in testa la giustizia, deve spronare l’azione politica quotidiana dei socialisti per arrivare preparati alle elezioni politiche, che saranno decisive per la ricostruzione del paese reso più fragile dalla pandemia. Il percorso non sarà facile, ma se il cammino sarà animato da coerenza e responsabilità, e se useremo il ‘noi’ e non più l’io, l’orizzonte sarà più vicino.