Il Sì&No del giorno
Giusto abolire le Frecce Tricolori? “No, l’incidente è una tragedia ma rappresentano l’eccellenza dell’Italia”
Dopo il recente tragico incidente, costato la vita ad una bambina a Torino, nel “Sì&No” del giorno, diamo spazio al dibattito sull’opportunità o meno di abolire le Frecce Tricolori, la Pattuglia Acrobatica dell’Aeronautica Italiana. Abbiamo chiesto un parere a Luana Zanella (Deputata Alleanza Verdi e Sinistra), che è favorevole all’abolizione, e a Enrico Borghi (Senatore Italia viva), che è contrario.
Qui di seguito, l’opinione di Enrico Borghi.
Il drammatico incidente di Torino ha acceso un dibattito, con toni al solito ideologici, sulla opportunità di abolire le Frecce Tricolori. Il fatto di sabato, ovviamente, ha un carattere di tragicità e di dolore non riassumibile dentro alcune righe di giornale, e richiederebbe forse un soprassalto di silenzio e di compassione per essere al fianco di coloro che in queste ore stanno soffrendo, senza distogliere attenzione e concentrazione alzando polveroni che fanno del dolore un elemento di corredo e non la questione centrale di queste ore.
Ma tant’è. E allora, nell’esprimere ancora una volta i sentimenti di vicinanza e di cordoglio a tutte le persone coinvolte in quella che è – a tutti gli effetti – una autentica tragedia, proviamo a riflettere sulla vicenda innescata dalle polemiche di queste ore.
E provando, magari, a introdurre nel dibattito una riflessione banale e probabilmente demodé, nell’epoca delle emozioni forti e delle passioni polarizzate eccitate dalla rete dei social che ci ciba di esasperazione: riusciamo, in questo paese, a separare le riflessioni dagli impulsi emotivi del momento, a tenere distinti i ragionamenti dalla reazione passionale e di prima battuta?
Attorno alla vicenda delle Frecce Tricolori, in realtà, ancora una volta si consuma l’emergere di un pregiudizio ideologico di fondo – un antimilitarismo che permea segmenti della nostra società e della nostra classe politica – che si amalgama con le inevitabili reazioni emotive del momento, generando la richiesta di una risposta negativa che resta in ogni caso un errore.
Le Frecce Tricolori non sono, anzitutto, una monade figlia di un capriccio bellicista dell’Italia. Le pattuglie acrobatiche dell’aeronautica esistono in decine e decine di nazioni, e sono tutte caratterizzate da un elemento di fondo: rappresentare il simbolo dell’eccellenza e dell’efficienza di un Paese nel mondo. A cui si aggiunga che esse rappresentano uno spaccato del comparto industriale italiano, un simbolo di efficienza della macchina organizzativa del Paese, un elemento profondo di identità della nostra Repubblica.
Basterebbe frequentare qualche salotto in meno, e immergersi nella vita popolare del Paese, per accorgersi di quanto il passaggio di questo equipaggio sopra le nostre teste in occasioni importanti viene sempre salutato dall’applauso e dall’entusiasmo di chi partecipa a queste occasioni.
Le famiglie che si accalcano sulle transenne del 2 giugno o del 25 aprile, le persone che raggiungono i teatri di esibizione delle Frecce sono tutti incalliti militaristi, amanti della guerra e dell’esibizione bellica? Non è così.
Essi riscontrano nel volo sincronizzato, perfetto e spettacolare di quella pattuglia un sentimento profondo di identità, di legame alle istituzioni, di amor patrio (si può ancora dirlo senza essere accusati di retorica passatista?) che appartiene a larghi strati della nostra popolazione. E per fortuna, aggiungerei.
Quei nove jet che volano a distanza di pochi metri fra loro, con una tempistica serrata, con una ricerca costante della perfezione manifestano sicuramente i valori, la tecnologia, la capacità di fare squadra dell’intera Aeronautica Militare.
Ma parlano anche al profondo di ciascuno di noi. Ci dicono che non siamo soli, che c’è chi sta dando la propria vita per la nostra sicurezza, che c’è chi lavora e si spende per assicurarci pace e tutela, che esiste uno Stato che si rappresenta dentro valori identitari e condivisi riassunti in quei tre colori che vengono rilasciati dentro un percorso di pathos e di efficienza assoluta.
Sentimentalismo d’annata? Non credo. Al contrario. Dietro al volo delle Frecce Tricolori ci sono i valori dell’etica militare della nostra Repubblica. Coraggio, disciplina, austerità, obbedienza, patriottismo, spirito di sacrificio, capacità di fare squadra, spirito di corpo, fedeltà alla Costituzione e ai suoi valori e istituzioni.
Prima di liquidare semplicisticamente tutte queste cose, magari per affidarsi ad una retorica di condanna degli eserciti nei e dei paesi dove esiste libertà di opinione tacendo sugli impieghi bellici delle dittature e delle autocrazie che ci vorrebbero sostituire in termini di modello e di valori, pensiamoci.
Perché riflettendo e ragionando, anziché inveendo o urlando, si può costruire un domani, partendo da valori condivisi e dalla loro manifestazione e mantenendo vivo il sentimento di solidarietà e di vicinanza laddove il destino costruisce traiettorie impensate e dolorose.
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