I presidi del Lazio non vogliono fare i controllori e chiedono che sia la Regione a occuparsi della verifica del green pass degli operatori scolastici. È la richiesta lanciata dei presidi del Lazio, in vista della ripartenza della didattica in presenza per l’anno scolastico 2021-2022, che prevede il Green Pass obbligatorio contro il Covid-19 per docenti e personale scolastico.  Secondo quanto espresso dal nuovo decreto Covid-19, approvato lo scorso venerdì 5 agosto in Consiglio dei Ministri, alla scuola è infatti demandata il controllo della certificazione verde, pena sanzioni per i dirigenti.

È importante in questa fase che le responsabilità non ricadano esclusivamente sul dirigente scolastico” ha detto a Il Corriere della Sera Cristina Costarelli, preside del Newton e presidente dell’associazione nazionale presidi del Lazio.

Ad allarmare i dirigenti scolastici sono le sanzioni previsti per maestri, docenti e operatori non dotati della certificazione verde. In base alla misura governativa, infatti, professori, amministrativi e collaboratori che si presentano in aula e nell’edificio scolastico senza certificazione di avvenuta vaccinazione o tampone negativo rischiano infatti la sospensione e lo stop allo stipendio.

L’associazione dei presidi del Lazio, favorevole all’introduzione dell’obbligo del green pass per tutti coloro che accedono alle strutture scolastiche, anche per genitori e fornitori, è titubante sul compito di controllo della certificazione verde da parte dei dirigenti scolastici.

I presidi chiedono quindi collaborazione da parte della Regione, che dovrebbe fornire i nominativi di chi non risulta in regola: “In un’ottica di collaborazione inter istituzionale – afferma la Costarelli – si chiede pertanto alla Regione Lazio che si faccia carico della comunicazione alle scuole dei nominativi del personale che non possiede il green pass, previo invio da parte di ciascuna di esse dell’elenco del personale in servizio.

Quindi le scuole potrebbero fornire gli elenchi, ma poi dovrebbe essere la Regione a incrociare i dati. “La Regione – si legge – possiede per specifica competenza il database delle persone che hanno ottenuto il green pass, e in secondo luogo le scuole potranno evitare di richiedere documentazione di tipo sanitario che non rientra nella tipologia di atti che sono tenute a gestire, oltre a rappresentare un’inutile duplicazione”. Insomma, la materia è più sanitaria, insistono i presidi, che già durante tutto l’anno devono barcamenarsi tra certificati medici, comunicazioni delle Asl e genitori no mask.

Redazione

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