Lo scenario
Guerra mondiale, spirano gli stessi venti del 1914: Trump e Putin possono portare l’Europa nella trappola fatale di un nuovo conflitto globale
Secondo il competente editorialista di Le Monde, Gilles Paris, il re pusillanime Donald Trump sta determinando ciò che Vladimir Putin vuole con fermezza: la disfatta dell’Europa, e anche l’ultimo grave fatto dei droni sulla Polonia ha dimostrato che il russo e l’americano perseguono linee parallele. Irritare l’Europa occidentale (ridicolizzandone le capacità militari) e non andare mai al punto fondamentale del cessate il fuoco in Ucraina. Trump sbraita pubblicamente e poi si rimangia minacce e ultimatum. Putin lo sa e ci conta. Zelensky e i “volenterosi” della Nato fanno di tutto ogni giorno per drammatizzare le provocazioni russe, anche se alla fine prevale la prudenza perché una vera guerra guerreggiata quasi nessuno la vuole, e chi la vuole, o la vorrebbe, sa che ancora è presto per uno scontro vittorioso senza gli Stati Uniti “boots on the ground”.
Il teatro di guerra più vicino, e per motivi che hanno una loro radice storica secolare (dai “Cinque di Cambridge” agli omicidi degli esuli russi a Londra), è quello per cui i britannici si stanno preparando fin dai tempi di Tony Blair con grande impegno ideologico: la resa dei conti con Putin. In Ucraina si parla inglese con forte accento britannico, e la forza militare inglese è spalleggiata dai francesi ma meno dai polacchi, che vogliono restare padroni del loro destino e non agire come comparse.
Due eventi importanti sono accaduti con poco risalto: Trump ha intimato al primo ministro inglese Keir Starmer di “farsi gli affari suoi e smetterla di darsi arie da leader dell’Occidente nella sua crociata contro la Russia” e di riconoscere “che l’Occidente ha già il suo capo unico e indiscutibile”, che ovviamente si chiama Donald Trump. La seconda: Vladimir Putin in televisione ha proclamato la semi-mobilitazione di tutti i russi che abbiano già prestato servizio militare e che devono solo essere aggiornati sulle ultime tattiche di combattimento, godendo di ricche facilitazioni ed elargizioni.
Starmer si è infuriato di nuovo, ed è andato alla Camera dei Comuni dove ha annunciato che la guerra è sempre più vicina. Trump a quel punto si è esibito in un’altra sfuriata contro Starmer, cui ha risposto in alta uniforme Re Carlo III d’Inghilterra, che si è precipitato a Londra con la recalcitrante Camilla. Non sono, questi, dettagli di colore, ma sintomi collettivi della percezione di guerra imminente. Il Regno Unito vive – e gli osservatori registrano – un clima simile a quello del 1914, quando la politica di tutti i Paesi e di tutti gli Imperi offriva ogni giorno di più soluzioni belliche e non politiche a una crisi determinata dal Kaiser tedesco e dallo zar russo Nicola II. Quest’ultimo doveva a tutti i costi vendicare l’onta inflitta da Vienna ai serbi per l’attentato di Sarajevo (in cui furono uccisi dall’anarchico – e agente doppio dei tedeschi – Gavrilo Princip, l’arciduca Ferdinando e sua moglie Sofia). Tutti i fatti di quei mesi si rivelarono parti di una trappola non disinnescabile se non dalla guerra. Oggi la Gran Bretagna si riconosce immersa in un clima che impose – come sperava a Versailles nel 1920 il presidente americano Woodrow Wilson – la “guerra che avrebbe dovuto chiudere tutte le guerre” e che invece sta ancora producendo velenosi germogli.
A tutto ciò è stato finora insensibile Donald Trump, che vorrebbe un’America fondata sugli affari e non sulle ideologie. Ma l’assassinio di Charlie Kirk, famoso studente e attivista Maga freddato con una fucilata al collo durante un comizio universitario, ha profondamente turbato Trump costringendolo a considerare gli effetti ideologici della sua linea di condotta, e ha detto che intende incontrare Putin a Mosca per questo fine settimana. I repubblicani tradizionali in America dal 15 agosto, giorno dell’incontro in Alaska, gli danno del vigliacco per essersi sempre arreso a Putin, e la morte di Kirk sembrerebbe una reazione a questi umori. Kirk non era solo un attivista trumpiano ma un promettente leader cresciuto nel mondo di Donald Trump, e anche questo omicidio brutale contribuisce alla sensazione dell’Europa in trappola in un nuovo 1914.
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