È la band musicale del momento. Una piacevole sorpresa per molti, una naturale conferma per altri. Sì, perché il percorso dei Pinguini Tattici Nucleari trova radici ben lontane e non da Sanremo 2020. Il Festival della canzone italiana, poi la pandemia da Coronavirus, ora lo straordinario successo. La kermesse musicale ha indubbiamente rappresentato un trampolino di lancio che ha permesso loro di farsi conoscere al grande pubblico, che con il passare del tempo si è sempre più fidelizzato con il gruppo. E il recente doppio appuntamento allo Stadio Olimpico di Roma (tutto esaurito) ne è una perfetta dimostrazione.

I Pinguini non hanno strutturato la loro scaletta consultando i numeri di Spotify: ai singoli più conosciuti si affiancano pezzi meno popolari. E Riccardo Zanotti è tutt’altro che un frontman egoista: spesso lascia il microfono ai compagni di viaggio, la band salvaguarda equilibrio e partecipazione in cui ognuno di loro mantiene la propria unicità e il proprio spazio.

Passare dai locali della provincia di Bergamo all’Olimpico non è affatto facile. Ma i PTN hanno alle spalle un’esperienza tutt’altro che indifferente. Si presentano sul palco carichi, senza imbarazzo, si godono lo stadio pieno, un sospiro prima di aprire il concerto. Si parte. E si parte forte con Zen, contenuto nell’ultimo album Fake News, con suggestioni rap che ha una tesi di fondo condivisibile: la musica non è una gara. Non a caso in un passaggio si afferma che “non serve essere competitivo se sai di essere competente perché la musica resta. Gli abiti, i soldi e le macchine no”. Si passa a Giovani Wannabe, tra le hit estive del 2022, gradita dai presenti e il fatto che saltino animatamente tutti da ogni settore – dal prato ai posti a sedere – ne è la concreta prova.

Si arriva poi a un filotto di pezzi per rifiatare. Ma è solo uno stop fisico, visto che dal punto di vista emozionale non si sfugge. Hold On è una power ballad che sottolinea le difficoltà di una relazione e che dà sostegno morale a chi sta attraversando un periodo complicato. Valeria, volontaria scelta nel pubblico, sale sul palco e si fa tatuare la frase sul braccio. Con La storia infinita si parla di quelle estati che lasciano il segno, di ricordi e di esperienze personali farcite con più di qualche riferimento culturale. A scaldare particolarmente è Hikikomori: il brano affronta il fenomeno dell’isolamento che riguarda soprattutto gli adolescenti i quali decidono di abbandonarsi alla solitudine e alla morte sociale.

Come detto in precedenza, è assolutamente da apprezzare la scelta di portare sul palco anche le canzoni meno popolari del loro repertorio ma che comunque la base dei supporter conosce alla perfezione e che meritano di essere menzionate: Tetris, Lake Washington Boulevard, Freddie, Gioventù brucata, Fuori dall’Hype, giusto per citarne alcune.

Con Coca Zero i Pinguini scattano una fotografia sulla società odierna, riflettendo su quella parte dell’Italia che non vuole abbracciare il progresso in tema di amore universale. Una denuncia sociale che indica i contrasti tra generazioni. Poi tutta la band si siede attorno a un tavolo per la cosiddetta Samba de Roda: una sfaccettatura acustica dei tre di brani Scatole, Giulia e Cena di classe. Ci si scatena al ritmo del dj set di Nicola Buttafuoco: il chitarrista si prende la scena con un mashup di Scooby Doo, L’ultima volta e Verdura. Ledwall, effetti pirotecnici e fiamme fanno da contorno a uno spettacolo degno di nota.

Spunta la sorpresa per l’Olimpico: Zanotti si esibisce con Stage diving “perché stasera Roma pare solo nostra”. Ridere è emblematica: si tratta di una storia d’amore giunta al capolinea ma, piuttosto che interrompere i rapporti in maniera brusca, si chiede all’ex partner di conservare nella cassaforte tutti i momenti di felicità condivisi e di non rinnegare ciò che c’è stato. Un momento reso ancora più profondo dalla presenza di una ragazza sul palco che la interpreta con la lingua dei segni.

Ci si lascia andare sia con l’ultimo singolo estivo Rubami la notte sia con Scrivile scemo, una dedica all’esercito degli insicuri a cui viene fatto notare che mentre si è incerti se fare o meno il primo passo con il potenziale partner (via social) il tempo scorre velocemente e le opportunità potrebbero sfumare.

Non poteva mancare Ringo Starr, che a Sanremo 2020 si piazzò in terza posizione. Impossibile pensare di escludere Pastello Bianco, la ballad dall’incredibile successo: quella nata come un’amicizia tra due ragazzi si trasforma in amore, che finisce male ma che si poggia comunque sul bene reciproco nonostante tutto. La rende ancora più suggestiva la presenza dell’orchestra d’archi. Tutti la cantano, in molti piangono. È la bellezza dello stadio, è la potenza di un pezzo così struggente e malinconico.

Il pubblico partecipa, si sente coinvolto, si lascia trascinare dalle emozioni del caso. È un’altalena di brividi e frenesia. Alla base del successo dei Pinguini Tattici Nucleari figurano due elementi principali: l’umiltà e la vera amicizia che lega i componenti del gruppo. Il pubblico è riconoscente, è fedele, si aspetta sempre di più. Nel frattempo si gode lo spettacolo e l’evoluzione di chi si definisce come una fabbrichetta della Val Seriana e che continua a fare breccia nel cuore di decine di migliaia di persone. Il segreto sta tutto nella normalità.

Luca Sablone

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