Il ministro degli Esteri Di Maio, intervenendo a un convegno nell’ambito di Expo 2020, si è detto soddisfatto per gli investimenti che Philip Morris sta realizzando in Italia. Già. E così mi è venuta in mente tutta la vicenda dei rapporti stretti tra i 5 Stelle e Philip Morris della quale in realtà ha parlato quasi solo il nostro giornale ma è una vicenda bella grossa. Mi è venuta in mente anche per un’altra ragione. Ho messo mentalmente a confronto il rumor di grancassa intorno all’inchiesta dei Pm fiorentini su “Open” e il silenzio ovattato intorno a questa vicenda di Philip Morris. Vediamolo bene questo confronto.
“Open” è una Fondazione che è stata finanziata in maniera volontaria e con somme relativamente modeste da alcune centinaia di sostenitori. Non sottobanco. Ogni euro versato è stato bonificato, registrato, dichiarato e segnalato. Non c’era niente di illegale né di losco. I Pm di Firenze hanno deciso di mettere sotto indagine “Open” per due ragioni. Una evidentemente vera, l’altra evidentemente pretestuosa. La ragione vera è che “Open “è roba di Matteo Renzi, e un pezzo di magistratura e di informazione (entità talvolta quasi coincidenti) da tempo hanno messo Renzi nel mirino. Se non si trovano reati a suo carico resta solo la possibilità dell’”indagine creativa” che invece di fondarsi sul codice penale si fonda sulla capacità di inventiva degli inquirenti.
L’inventiva, a pensarci bene, è una qualità, non un difetto. E così i Pm hanno deciso che siccome finanziare una Fondazione non è reato, neppure un pochino, basta però stabilire che “Open” non è una Fondazione ma un partito e il finanziamento (almeno una parte del finanziamento) anche se dichiarato e trasparente diventa reato, sulla base di una legge recente che equipara il finanziamento dei partiti politici a quello delle associazioni a delinquere. Ok. Ma come si fa a stabilire che “Open” non è una fondazione ma un partito? I Pm hanno deciso che per fare questo è sufficiente la loro parola. Se loro dicono che è un partito, è un partito. E allora hanno detto: è un partito. La parola dell’inquirente diventa prova. Anche questo è diritto creativo, uno degli aspetti più originali della modernità.
La faccenda Philip Morris invece è molto più semplice. L’abbiamo denunciata con scarsi risultati circa un anno fa. Cosa era successo? La Philip Morris aveva finanziato con circa 2 milioni di euro la Casaleggio. E – ovviamente in modo del tutto casuale – i 5 Stelle – che all’epoca erano molto legati a Casaleggio – in Parlamento avevano ottenuto un clamoroso sconto fiscale a vantaggio dei prodotti della Philip Morris.
Abbiamo calcolato che questo sconto produceva una riduzione delle tasse di circa 500 milioni all’anno per la Philip Morris. E, di conseguenza, produceva mancate entrate all’erario per mezzo miliardo. Una quantità di denaro clamorosa, se pensate che la maxitangente Enimont – quella che nel ‘92 provocò la caduta della Prima repubblica, centinaia di arresti tra i politici, la fine e poi la morte in esilio di Bettino Craxi – era una tangente di circa 60 milioni di euro. Noi del Riformista, quando fummo informati di questa storia, cercammo di parlarne sul nostro giornale e di farci notare. Ottenemmo che nella legge di bilancio del 2021 lo sconto fiscale fosse ridotto un pochino, ma non troppo. Però questa modesta riduzione, scritta nella legge mandata alle Camera, nella notte fu ritoccata con un ulteriore piccolo favore a Philip Morris (anche in questo caso, lo so benissimo, i fatti furono del tutto casuali e privi in ogni caso di dolo).
Ora non credo che ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni per capire che i due casi – “Open” e Philip Morris – sono molto diversi. Nel primo caso non c’è l’ombra né di reati né di scambio tra finanziamenti e favori. Nel secondo caso sicuramente ci sono stati sia i finanziamenti (molto cospicui) sia i favori (clamorosamente cospicui) anche se niente ci autorizza e credere che tra favori e finanziamenti ci fosse una relazione. In genere, a essere onesti, i Pm non sottilizzano molto, in questi casi, e se vedono un finanziamento e subito dopo un favore, anche piccolino, stangano. C’è gente che ha avuto la vita rovinata per 10 mila euro, non per due milioni. Stavolta, per fortuna, sembra che i Pm vogliano comportarsi in modo parecchio più cauto. E questa è una cosa buona. Che noi apprezziamo molto. Sarebbe ancora migliore se qualche cautela la dimostrassero anche i Pm fiorentini. Ma forse è chiedere troppo.
Così come è una domanda veramente stronza quella di chi vorrebbe sapere dai grandi giornali come mai si sono entusiasmati per “Open “e se ne fregano del tabacco. Proprio stronza: noi ci guardiamo bene dal porre questa domanda.
