Pronti via e la stupidaggine dell’autunno è presto servita: il referendum contro il Jobs Act. Abbiamo già chiarito qui sul Riformista che la proposta è inesistente, ma siccome le opposizioni nella loro sciatteria ideale composta da un mondo che non esiste e dà priorità ridicole si sono buttate sopra una proposta che arriva dalla Cgil (che di lavoratori ne rappresenta sempre meno e vive nel 900) al solo, inutile scopo di rimediare due inviti a qualche talk show dove cianciare di illusioni, tocca scriverne anche a me.

Io sono un berlusconiano, e al Jobs Act sono sempre stato favorevolissimo. Anzi, lo avrei esteso al settore pubblico: chi non si merita di lavorare per gli italiani, pagato dalle tasse degli italiani, vada a casa e cambi lavoro. La pubblica amministrazione in Italia si infila in ogni pertugio della nostra vita di privati cittadini e ci frena fino a sfinirci e farci desistere dal prendere iniziative produttive nuove. Quindi non solo terrei il Jobs Act, i cui effetti positivi sono lampanti persino per un Toninelli, ma anzi lo raddoppierei.

Le imprese assumono molto di più e stabilmente se sanno che possono licenziare chi non si merita quel posto di lavoro e che ci sono altri pretendenti di maggior valore pronti a prendere quel posto che all’impresa serve venga occupato dal più bravo. Nessuno ama licenziare: molti imprenditori vivono il licenziamento di un loro dipendente come un personale insuccesso. Ma come pensate che un povero possa diventare benestante se postulate l’inamovibilità perenne di chi siede su un posto di lavoro che non merita?

Detto l’ovvio, che è tale solo per chi abbia minimamente lavorato in vita sua (circostanza che nell’estrema sinistra qualcuno ha sempre evitato, se non considerato volgare), vorrò proprio vedere come si comporteranno in questo dibattito sul nulla, che però prenderà per forza piede, i partiti di centrodestra. Che fa Forza Italia, nata partito liberale di massa favorevole a che chiunque possa migliorare tramite il lavoro la propria condizione, e che il Jobs Act lo aveva sostanzialmente nel suo programma elettorale di diversi anni fa? Ancora non si sente. E la Lega, che ha nella sua constituency diversi imprenditori del nord est e ovest che a quella misura non rinuncerebbero mai? E Fratelli d’Italia, che ha promesso meno lacci per chi vuole fare? Difenderanno un provvedimento positivo e le chance di crescita dell’Italia reale, o – pressati dalla sinistra cui devono opporsi, ma stretti dall’imbarazzo che il Jobs Act lo fece Matteo Renzi anziché’ loro – studieranno una posizione terza? E se si, quale?

Al Partito Democratico, che il Jobs Act lo fece e votò ma oggi difende il Reddito di Cittadinanza contro cui invece votò, un invito: abbiate il coraggio di dire chiaro, tondo e trasparente, che volete l’abrogazione per antipatia verso qualcuno (Renzi). E che dunque, per diversificare, mentre i Cinquestelle propongono l’invidia elevata a norma di legge, voi preferite l’antipatia a norma di legge. Sareste comunque sconnessi dalla vita reale, ma più seri.

Andrea Ruggieri

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