La campanella è suonata ma non per il comune di Napoli. I bambini sono tornati a scuola ma non possono usufruire della mensa. La scuola è iniziata oramai da un mese ma la refezione non parte. Il sito del Comune era da tempo in manutenzione ed è stato ripristinato solo da poche settimane, mentre le gare per l’affidamento del servizio mensa scolastica non sono ancora state ultimate. Il risultato? La mensa per i piccoli alunni è in programma dal 3 ottobre ma a oggi in molte scuole napoletane dell’infanzia e della primaria il servizio è ancora al palo.

Due giorni fa l’assessore all’istruzione Maura Striano ha ricevuto a Palazzo San Giacomo una delegazione di genitori degli alunni che chiedevano spiegazioni sul disservizio e ha assicurato: «Come è noto l’iter partito a marzo – riguarda una gara triennale che quindi prevede una copertura di lungo respiro e ci consentirà di partire con la refezione a inizio anno scolastico nel prossimo biennio – ha provato a giustificare Striano – Siamo al termine del processo e si prevede di poter partire con il servizio tra il 24 ottobre e il 2 novembre». Vale a dire a due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, ancora una volta Napoli viaggia a una velocità ben più lenta rispetto al resto del Paese.

Non è tutto, oltre al disservizio tecnico c’è tuttavia un altro aspetto da analizzare e che, probabilmente, farà ulteriormente slittare l’avvio della refezione scolastica: la carenza di personale. Il Provveditorato non ha ancora pubblicato i calendari relativi al personale Ata in attesa dell’incarico annuale. Circostanza che, per buona parte delle scuole pubbliche del comune partenopeo, non permette di garantire l’orario prolungato per carenza di personale. Una scuola, quella campana, che cade a pezzi e lo dicono anche i numeri. I numeri che raccontano l’infanzia e l’adolescenza dei nostri ragazzi sono impietosi. Nel Mezzogiorno circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa.

In Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184mila (88%), in Puglia 100mila (65%), in Calabria 60mila (80%). Nel Centro-Nord gli studenti senza mensa sono 700mila, il 46% del totale. Circa 550mila alunni delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano scuole dotate di una palestra. Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre mentre registrano un netto ritardo la Campania (170mila allievi senza, 73% del totale). E ancora, al Sud si registrano quasi 4 ore a settimana in meno rispetto al Centro-Nord. Questo si traduce, nell’intero ciclo, un anno di scuola elementare in meno.

Per effetto delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al Tempo Pieno a Scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Sulla questione è intervenuto anche Catello Maresca che siede tra le fila dell’opposizione in Consiglio Comunale. «Perchè a Napoli quando si tratta di servizi pubblici per i cittadini siamo sempre in ritardo? La scuola è iniziata a metà settembre, ma la refezione scolastica ancora no. Dovrebbe partire a inizio novembre e i genitori degli alunni giustamente protestano. È così per i trasporti, la pulizia e il decoro delle strade, la sicurezza – ha incalzato Maresca – Con questa Amministrazione Napoli è destinata a rimanere una città di serie B. Per non parlare poi dello stato di semi abbandono in cui versano molti istituti scolastici. Nella zona est, a Ponticelli, ma vale lo stesso per molti plessi del centro storico – ha concluso l’ex candidato sindaco – le condizioni sono davvero disastrose. Alla neo-assessora Striano spetta il compito di intervenire con efficacia e tempestivamente. Gli studenti di Napoli devono avere le stesse opportunità degli altri, come avviene in molti Comuni della Città Metropolitana e della Campania». Insomma, la campanella è suonata… che la senta anche il Comune di Napoli!

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.