L’ultimo atto di una stagione da record, chiusa da mesi e celebrata da altrettanto tempo tanto che addirittura l’arcivescovo partenopeo, don Mimmo Battaglia, è dovuto intervenire per invitare i sacerdoti alla “sobrietà” in nome di Dio dopo i cori e gli inni durante la liturgia. Napoli e il Napoli alzano il tricolore, il terzo della loro storia, arrivato dopo 33 anni, dopo l’era Maradona. La città che riparte Campione d’Italia, almeno nel calcio, dovrà dire addio però al suo condottiero. Oggi al Maradona, nell’ultima gara di serie A contro la già retrocessa Sampdoria, il popolo partenopeo saluterà Luciano Spalletti.

Un addio ufficializzato la scorsa settimana dal presidente Aurelio De Laurentiis che invita i napoletani a “godersi la festa” e a mantenere “sangue freddo e pazienza” perché “abbiamo tutto il mese di giugno per distendere gli animi, armarci con le giuste armi e affrontare questo problema che abbiamo già risolto tante volte”. Il presidente ricorda che “è da 14 anni che siamo in Europa, unica squadra italiana”.

Spalletti nella conferenza della vigilia è apparso visibilmente emozionato. Oggi farà il giro di campo e saluterà i tifosi gradinata per gradinata. “Napoli non va immaginata, perché è molto di più dell’immaginazione, Napoli va vissuta. Probabilmente sono sempre stato un po’ napoletano e avevo bisogno di questi due anni per diventarlo del tutto”, ha sottolineato il tecnico toscano.

Sull’addio e il rapporto con De Laurentiis, Spalletti ricorda il percorso di questi due anni: “C’è un’aria di ‘o me o lui’ e io non voglio che ci sia questa divisione. Nessuno dei due deve annullare l’altro, abbiamo lavorato benissimo tutti insieme”. Due stagioni che hanno visto il Napoli ritornare prima in Champions League e poi vincere il terzo scudetto della sua storia con Spalletti che ha imparato anche a essere “più imprenditore”. “Quando sono arrivato, ha detto che non gli interessava niente della Coppa Italia e… lo abbiamo preso in parola. Dovevamo tornare tra le prime quattro e rimettere a posto i conti. È stato bravo a prendersi delle responsabilità che altri presidenti non prendono. Abbiamo risistemato tante cose, facendo il lavoro di quattro anni in un biennio. Ho imparato a essere più imprenditore con lui, lui è diventato più allenatore con me“, ha aggiunto Spalletti che si congeda così dal suo popolo e da quella che è diventata la sua gente. “La cosa più difficile da superare è lasciare il gruppo. Il loro amore ti fa venire dubbi sulla decisione che ho preso. Probabilmente mi faccio male da solo? Sì. Ma non lascio perché ho smesso di amare, lascio perché ho amato e ho dato tutto”.

La festa è in programma allo stadio Maradona alle 18.30, quando il Napoli scenderà in campo contro la formazione blucerchiata. A fine partita sarà il capitano Giovanni Di Lorenzo ad alzare al cielo la coppa che già da settimane è in mostra in città. Previsto il tutto esaurito con le curve che preparano l’ultima coreografia della stagione: il golfo di Napoli e poi i volti di Toto’, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e Pino Daniele, volti che hanno reso celebre la tradizione culturale della città.

Gli ultrà delle diverse sigle del tifo organizzato – fa sapere l’agenzia Agi -sono rimasti al lavoro tutta la notte per organizzare al meglio gli spazi con una piantina dei posti a sedere. I cartoncini colorati, le istruzioni precise che tutti i tifosi dovranno seguire quando i capi con il megafono daranno il via. E sarà cosi’ anche nelle Tribune e nei Distinti. Cartoncini colorati, in parte bianco e azzurro e in parte con il tricolore.

In città saranno esposti maxischermi in aree diverse per evitare un concentramento di tifosi tra Fuorigrotta, il lungomare e piazza del Plebiscito. Tre piazze cittadine e 17 comuni dell’area metropolitana con la Lega di serie A e Dazn – detentrice dei diritti – che hanno consentito la visione del match almeno dal secondo tempo più la premiazione finale. Maxischermi che saranno quindi in funzione dalle 19.15 fino al termine della festa. Le piazze interessate a Napoli sono piazza del Plebiscito, suddivisa in due settori, alla presenza di due schermi; Piazza Mercato con uno schermo; Piazza Giovanni Paolo II a Scampia con uno schermo. Le rispettive aree saranno controllate dagli steward delle società affidatarie del servizio.

Concentramenti di tifosi sono previsti anche ai Quartieri Spagnoli, dove c’è il ‘santuario‘ a cielo aperto di Diego Armando Maradona e all’esterno dello stadio di Fuorigrotta. Non mancano le polemiche e la delusione di non aver potuto celebrare Osimhen, Kvara e compagni con il giro sull’autobus per le strade principali della città o in una festa popolare (e quindi gratuita) organizzata in piazza con i tifosi.

“Scegliamo di non esserci perché pensiamo che una gioia cosi’ grande avrebbe dovuto essere condivisa in qualche modo con una città che ha dimostrato di saper festeggiare, senza causare problemi di ordine pubblico, facendo innamorare tutto il paese per il modo creativo e rispettoso di scendere in piazza. Napoli viene prima di tutto, anche del Napoli. Questa Napoli ha vinto lo scudetto, e merita di cucirselo sul cuore anche fuori dallo stadio Diego Armando Maradona”. Maurizio de Giovanni, Gaetano Quagliariello e Sandro Ruotolo, tifosi eccellenti del Napoli, affidano a una nota la spiegazione della loro scelta di non essere questa sera allo stadio Maradona.

Redazione

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