Una manovra, quella che si prepara a varare il governo, “che allenta la presa su evasori fiscali e su chi produce extra profitti” il tutto a danno di pensionati e lavoratori. Per il numero uno della Uil, Unione italiana del lavoro,  Pierpaolo Bombardieri,in questa manovra non c’è alcuna risposta all’emergenza dei salari e delle pensioni” nessuna detassazione, come pure era stato chiesto, su “tredicesima e aumenti contrattuali”. Anche dopo il secondo incontro di mercoledì scorso a Palazzo Chigi, il segretario generale della Uil esce deluso.

Segretario allora come è andata?
Sono molto deluso. Mi spiace che il governo non abbia dato risposta alle proposte che avevamo fatto nel precedente incontro. Avevamo chiesto interventi di detassazione su tredicesime e aumenti contrattuali, soprattutto sulle tredicesime, ma non abbiamo visto nulla, compreso un intervento sul cuneo fiscale. Per noi sarebbero state misure che avrebbero dato immediate risposte all’emergenza salari e soprattutto alla perdita di potere d’acquisto di stipendi e pensioni.

Cos’è che non vi convince?
Alcune scelte fatte dal Governo, a partire dai voucher che con l’innalzamento al tetto a diecimila euro mettono in discussione l’applicazione dei contratti e alimentano il lavoro precario e spesso il caporalato in agricoltura, situazioni dalle quali noi ci dobbiamo difendere.

Che idea si è fatto?
Guardi, per quello che ci riguarda, questa manovra fiscale mette in evidenza una strada chiara, basta mettere in fila i provvedimenti per capire: l’innalzamento del tetto del contante a cinquemila euro; la flatax a 85mila euro; la battaglia contro l’uso del pos; il condono; sono tutte scelte che danno il segnale che in questo Paese è possibile evadere le tasse perché poi si trova sempre una soluzione. Insomma un sistema che accondiscende a queste scelte.

Insomma, al contrario di quanto dichiarato dal governo, è questa una manovra contro le fasce più debole?
Esattamente. Si allenta la presa su chi, in qualche modo, ha raggiunto grandi profitti. Perché il numero delle aziende alle quali viene applicata l’extra tassa scende da undicimila a settemila e anche nell’applicazione, i soldi che vengono chiesti sono di meno. Passiamo da una valutazione di Draghi di 14 miliardi e 400 a una previsione di manovra a due miliardi e due. Dunque in definitiva si allenta la presa sui grandi profitti; si allenta la presa sugli evasori, dandogli la possibilità di cancellare le cartelle; si allenta la presa su chi utilizza il contante e la si stringe invece su chi è in pensione, riducendo la perequazione prevista e la stringe sulle donne, modificando “opzione donna”. Insomma è una manovra che stringe la presa sul lavoro, precarizzando ancora di più quei settori dove già ci sono lavoratori precari.

Forse per aiuti alle fasce deboli si intendeva quelli sull’aumento dei costi dei consumi energetici.
Evidentemente. La manovra interviene, per i due terzi, a limitare l’aumento dei costi dell’energia sulle famiglie, alzando il tetto Isee da dodici a 15mila euro. E lo fa anche per le aziende. Su queste ultime, noi abbiamo posto un problema. In Italia noi continuiamo a dare soldi alle aziende in maniera indiscriminata. Nei paesi a noi vicini, Francia, Germania, Spagna, i soldi vengono dati condizionatamente al rispetto di alcune regole.

Che intende dire?
Faccio un esempio: se in altri paesi paghi le tasse fuori dal paese dove produci profitti, gli aiuti non ti vengono dati. Noi diamo aiuti alle aziende che non hanno la sede legale in Italia, diamo aiuti alle aziende che hanno delocalizzato, diamo aiuti a quegli imprenditori che hanno licenziato e che non applicano i contratti. Una cosa abbastanza assurda. Quindi noi avevamo chiesto al governo di avviare una condizionalità e una selezione, nel caso degli aiuti alle aziende. Ma anche in questo caso il governo non ha risposto.

Il Governo non risponde e tira dritto per la sua strada. Ora che cosa succede?
Succede che noi andiamo avanti con la nostra mobilitazione. Un percorso simile a quello fatto nel primo anno del governo Draghi. Un percorso democratico, con il coinvolgimento degli iscritti, dei cittadini con i quali noi discuteremo, spiegheremo le nostre motivazioni e soprattutto chiederemo sostegno perché noi abbiamo tre grandi temi da affrontare: quello sul lavoro precario; sulla riforma delle pensioni e sulla riforma fiscale. Su questi temi, sembra che il governo sia disponibile ad aprire tavoli di confronto e in quel caso verificheremo che tipo risposte ci saranno. Sapendo che con i tavoli non si mangia.