Alla luce delle ultime indagini statistiche l’avvocatura italiana vive un momento di rande difficoltà con un numero crescente di professionisti che scelgono di lasciare la libera professione. C’è da rilevare, però, che la crisi dell’avvocatura parte da molto più lontano. E’ nota la circostanza che l’offerta richiesta, ovvero il numero degli avvocati, è molto elevato rispetto alle esigenze del mercato. Inoltre, un approccio legale generalista e, dunque, non specializzato nei singoli rami del diritto si sta rivelando un vero e proprio boomerang (negativo) per la tutela dell’assistito.

L’avvocato Gianni Scarpato, consulente legale di imprese e titolare dell’omonimo studio legale, con sede a Napoli, Roma e Milano, si pone da sempre l’obbiettivo di divulgare l’importanza della formazione, quale punto di partenza necessario per tutelare i soggetti assistiti, e la indispensabilità, di un’unione multidisciplinare per superare l’odierna crisi che attanaglia la professione forense.

Avvocato Scarpato, quanto crede che sia importante, per chi sceglie di esercitare la professione legale, il “filtro di ricerca” della specializzazione?
“Sulla scorta della mia esperienza, ho avuto modo di appurare che i clienti, soprattutto quando richiedono consulenze urgenti, avvertano la necessità di rivolgersi ad uno studio legale che abbia già affrontato e/o affronta di continuo casi simili a quelli che lo coinvolgono direttamente, seppur con le dovute differenze. La specializzazione, quindi, deve essere intesa come sinonimo di esperienza, aggiornamento nonché formazione continua sulla materia di propria competenza. I diversi settori del diritto contengono diverse norme con continui correttivi. Pretendere che un avvocato sia costantemente aggiornato su tutto il diritto sarebbe utopico. Ecco perché, per un avvocato può essere importante proporre consulenze specializzate. Restare uno studio legale generalista, non solo risulta anacronistico, ma potrebbe non assicurare la giusta tutela agli assistiti.
A mio parere deve essere posto in essere un cambiamento radicale del modo in cui vanno ormai concepite le professioni intellettuali ed urge sviluppare un dialogo attorno a questi temi in un’ottica di ampio respiro.

Il futuro della professione forense, deve partire da un ripensamento della tradizionale figura dell’avvocato mediante creazione di studi interdisciplinari con la presenza di più legali, ove, ognuno, specializzato in specifici rami appartenenti ad una delle macro categorie (penale, civile, amministrativo), possa garantire un’assistenza a 360 gradi rispondendo così ad un’esigenza quanto mai impellente nel difficile contesto odierno.
In quest’ottica mi preme sottolineare alcuni aspetti fondamentale che coinvolgono anche le nuove generazione di professionisti: a) la necessità di una maggiore flessibilità dei percorsi universitari, b) la necessità di una nuova normativa per i praticanti e i collaboratori di studio con garanzia ad un equo compenso, e c) l’apertura alle società tra professionisti ed in generale a figure professionali diverse e complementari”.

Ritiene che sia necessaria una riforma del percorso di studi in legge anche in virtù della interdisciplinarietà di cui parla?
“Assolutamente si. La facoltà di giurisprudenza deve necessariamente aprirsi di più alle dinamiche del mercato, garantendo una maggiore specializzazione per gli studenti. Si rende necessaria una riforma che renda il percorso più professionalizzante onde maturare la giusta esperienza propedeutica all’esercizio della professione forense. Si pensi, a titolo meramente esemplificativo, alle università estere, dove sono previsti tirocini con cui gli studenti acquisiscono un bagaglio di conoscenze e competenze nei vari settori del diritto che rendono, peraltro, le lauree abilitanti. Grazie ad una maggior uniformità del percorso accademico, l’accesso alla professione forense potrebbe poi più facilmente essere armonizzato secondo criteri razionali e logici. Di tale esigenza di riforma, onde evitare che resti lettera morta, ho intenzione di farmene promotore sottoponendola al vaglio del Sottosegretario alla Ministero della Giustizia Francesco Paolo Sisto.”

In quest’ ottica di specializzazione della professione di avvocato, qual è il suo contributo?
“Da quando ho fondato il mio studio legale, per l’appunto interdisciplinare, ho sempre auspicato alla nascita di una scuola di formazione che coinvolgesse avvocati e neo laureati in giurisprudenza.  Il mio impegno si è concretizzato nell’organizzazione di diversi convegni al fine di poter affrontare e approfondire temi giuridici di grande attualità. Da ultimo in data 18 marzo 2022 si terrà un Webinar trattando il tema della sicurezza sul lavoro con attenzione alla prevenzione quale metodo di lavoro. Tra i relatori, oltre al sottoscritto, annoveriamo il Dott. Antonio D’Amato attuale membro del CSM; Umberto De Gregorio, presidente della società Ente Autonomo Volturno S.r.l.; Michele Lepore, Consigliere scientifico della Marina Militare (già Professore Straordinario in materia di sicurezza sul lavoro) ed infine Francesco Paolo Sisto Professore in materia di sicurezza sul lavoro nonché Sottosegretario del Ministero della Giustizia.  A tale evento ne seguiranno altri in linea con l’avvertita esigenza di una formazione continua dell’Avvocato.