Rilevante il ruolo della società di Hong Kong
Irene Pivetti e il sequestro per evasione fiscale da 4 milioni con 3 Ferrari: “Pronta a parlare con i pm”
Irene Pivetti è di nuovo nei guai. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo di quattro milioni di euro a carico dell’ex presidente della Camera e di un suo consulente. I due sono tra gli indagati per riciclaggio e frode fiscale in un’indagine coordinata dal pm Giovanni Tarzia su una serie di operazioni commerciali. L’inchiesta vede al centro una serie di operazioni commerciali, in particolare, la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per ripulire gli incassi di un’evasione fiscale. Vengono contestati anche reati tributari di riciclaggio e autoriciclaggio. Le stesse accuse pendono anche sul pilota di rally Leonardo Leo Isolani e di altre quattro persone.
La compravendita delle Ferrari
L’indagine, in cui è contestato anche l’autoriciclaggio, ipotizza il ruolo di intermediazione del gruppo Only Italia, presieduto da Irene Pivetti, in operazioni con le società di Isolani per nascondere al fisco alcuni beni, tra cui le tre Ferrari, una delle quali è stata sequestrata dalle Fiamme Gialle tempo fa.
Il pm Giovanni Tarzia mette nero su bianco nel decreto di sequestro preventivo il ruolo di Isolani che,”almeno in un primo momento, trasferì le tre automobili in Spagna dove tentò di venderle”, si legge in un passaggio delle 98 pagine del provvedimento. “Innanzitutto, Isolani cedette la Ferrari 360 GT, nell’anno 2018, al suo ex socio Cabrera Farrais in Spagna, all’esito di un contenzioso legale innescatosi in Spagna nell’anno 2017”.
“In merito alla Ferrari 375 GTC, si rappresenta che, presumibilmente, l’automobile é stata venduta ad una società nel Principato di Monaco: infatti, tra il marzo e l’aprile del 2017, Isolani ha ricevuto la somma di 840mila euro sul conto spagnolo della Building Tenesol sl, da parte di un conto monegasco intestato alla societi 3B Sarl, riconducibile a Jean Michael Bouresche, già fondatore della JMB Racing, la stessa società che nel 2005 aveva venduto la Ferrari 575 GTC a Isolani”.
La terza automobile, “la Ferrari 360 Challenge, si trovava nella disponibilita di Mauro Raccanello, rappresentante dell’associazione Ferrari club dei laghi Varese, presso un immobile a lui intestato, a Oggiona Santo Stefano (Varese)” dopo “il trasferimento del veicolo dalla Spagna”.
Il ruolo della società di Hong Kong
Secondo la ricostruzione emersa dagli accertamenti i fatti risalgono al 2016. Isolani, che ha un suo Team Racing, avrebbe venduto tutti i beni, come attrezzature, marchio e sito web di una sua società indebitata con l’erario per diversi milioni di euro al fine di svuotarla. I beni, a sua volta, sarebbero andati a un’altra sua società con base a San Marino, la quale avrebbe venduto di nuovo tutto, comprese le tre Ferrari, a una società di Hong Kong riferibile a Pivetti.
La società nell’ex colonia britannica avrebbe rivenduto ancora gli asset al Gruppo Daohe, del magnate cinese Zhou Xi Jian. Tuttavia, come si legge nel decreto di sequestro preventivo d’urgenza, “l’unico bene effettivamente passato nella disponibilità” della società, capitanata dal magnate Zhou Xi Jiang, “è stato il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari”. Per gli inquirenti attraverso questa “complessa contrattazione” Isolani e la moglie, anche lei indagata, simulando la vendita dell’intera scuderia, hanno di fatto ceduto soltanto il logo che è stato comprato per una cifra pari a 1,2 milioni di euro da Pivetti, che a sua volta lo avrebbe rivenduto a un prezzo dieci volte superiore. Successivamente l’ex esponente della Lega avrebbe movimentato i profitti su conti esteri per ulteriori manovre di occultamento del reddito al fisco e di reimpiego in attività economico dell’imposta evasa.
L’affare è stato festeggiato con un evento a Palazzo Brancaccio a Roma, organizzato proprio dall’ex esponente leghista. Nelle varie fasi dell’operazione di riciclaggio sono coinvolti anche un notaio e due imprenditori, di cui uno cinese.
L’attività di indagine
Il 9 giugno dell’anno scorso c’erano state perquisizioni e nell’ottobre successivo un sequestro da 1,2 milioni a carico del pilota. Il sequestro di oggi è stato emesso in via d’urgenza dal pm Tarzia e riguarda 3,5 milioni di euro quale profitto della frode fiscale e 500.000 euro circa quale profitto delle condotte di riciclaggio dei proventi delittuosi dell’evasione fiscale.
L’ex leghista ed ex presidente della Camera, secondo quanto comunicato dal suo legale Filippo Cocco, è pronta a chiarire ogni aspetto della vicenda e, una volta lette le carte, è pronta a farsi sentire dal pm.
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