La piccola Kata, ovvero Mia Kataleya Chicllo Alvarez, scomparsa dall’ex Hotel Astor, stabile occupato di Firenze, potrebbe essere stata portata via per una vendetta. Gli inquirenti indagano sul fatto che settimane prima della scomparsa di Kata, nello stesso albergo occupato l’ecuadoregno Medina Pelaez è stato spinto giù da una finestra del terzo piano. L’uomo dopo un volo di otto metri si è miracolosamente salvato. Per gli inquirenti potrebbe esserci un collegamento fra le due vicende: sarebbe in corso una faida tra i due gruppi di sudamericani che gestivano il racket delle occupazioni nel palazzo ed altri traffici loschi. Una guerra fra bande, insomma, come causa alla base della scomparsa della piccola.

Nel frattempo, dopo che ieri la polizia ha sgomberato l’intero stabile e la procura ha posto sotto sequestro l’ex hotel Astor, si sta procedendo alla perquisizione dello stabile.

L’ispezione è stata condotta da due tecnici inviati dal Gis, specialisti esperti nell’uso di apparati tecnici ad alta tecnologia. E proprio grazie all’ispezione approfondita, sarebbe stata ritrovata una intercapedine comunicante con il giardino. Fonti vicine all’inchiesta, infatti, affermano che gli specialisti dell’Arma avrebbero rinvenuto un’intercapedine, esattamente come si era ipotizzato a monte delle ricerche: l’ipotesi è che la bambina possa essere stata nascosta nello stabile. Gli inquirenti specificano che nulla di particolare fa pensare ad un collegamento con la sparizione della bambina ma che ogni ipotesi non viene trascurata.

Inoltre, è stata rinvenuta una telecamera. I carabinieri hanno individuato la telecamera di un privato cittadino che copre l’ingresso di un’area adiacente al cortile dell’ex hotel Astor a Firenze, in via Boccherini, dove viveva Kata prima di scomparire. Secondo gli inquirenti se qualcuno si fosse allontanato da quell’area, scavalcando il muro di cinta del cortile dello stabile che era occupato, la telecamera potrebbe averlo ripreso.

Sono state effettuate ispezioni – anche attraverso apparecchiature tecnologiche specifiche (sonde, telecamere e droni) – che hanno permesso di verificare il contenuto di vani angusti, intercapedini, controsoffitti, cunicoli, tubazioni, pozzetti e di un sottotetto, anche normalmente non accessibili dell’Astor, spiegano gli investigatori, “alla ricerca di elementi utili alle indagini”.

Intanto, il caso approda in Parlamento. Matteo Renzi, in qualità di senatore di Firenze, ha predisposto una interrogazione urgente al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia per sapere quali siano le ragioni che hanno indotto la Procura di Firenze a non procedere per tempo allo sgombero dell’ex Astor.

Redazione

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