La fine della guerra e le parole di Putin: “Dirà di più dopo l’incontro con Erdogan”

Non è il solito “gioco” del bastone e della carota, in cui a una dichiarazione minacciosa ne segue una “possibilista”. Putin sembra fare sul serio. Un po’ per convinzione, forse, moto per necessità. “Qualcosa di più il Presidente lo dirà dopo aver parlato con il presidente Erdogan, al quale riconosce un sincero impegno nel facilitare una equa soluzione di pace”, confida a Il Riformista una autorevole fonte diplomatica a Roma, molto addentro al “dossier Ucraina”.

Da Ankara, Erdogan ha annunciato che domenica parlerà con il collega russo e con il presidente ucraino Volodimir Zelensky, ribadendo l’impegno della Turchia per favorire il dialogo tra i due Paesi in guerra. “Abbiamo favorito lo scambio di ostaggi tra i due Paesi. La guerra ha causato una crisi alimentare globale. Domenica parlerò con Putin e poi con Zelensky. Vogliamo portare il grano nei paesi più sviluppati”, ha aggiunto Erdogan. “È stata una grande delusione, ho sempre pensato che la dirigenza della Repubblica Federale tedesca fosse sincera con noi”: così Putin commentando l’intervista concessa da Angela Merkel in cui l’ex Cancelliera ha definito gli accordi di Minsk “un tentativo di dare più tempo all’Ucraina”.

Le dichiarazioni di Merkel sollevano “una questione di fiducia”, ha proseguito il capo del Cremlino: “È possibile negoziare qualcosa? Com’è possibile negoziare con qualcuno? Dove sono le garanzie?”. “Ma alla fine dovremo negoziare, ho detto molte volte che siamo pronti per un accordo, anche se questo ci porta a porci delle domande sulle persone con cui abbiamo a che fare”, ha osservato Putin parlando in conferenza stampa al termine della sua visita in Kirghizistan. “Quanto detto da Merkel serve solo a confermare che abbiamo preso la decisione corretta nel lanciare un’operazione militare speciale”, ha insistito il Presidente russo. Secondo Putin Mosca ha tuttavia tardato troppo, sperando in una soluzione pacifica della crisi ucraina. “A quanto pare ci siamo decisi ad agire tardi, ad essere onesti. Forse avremmo dovuto iniziare prima: speravamo di poter raggiungere un’intesa nel quadro degli accordi di Minsk”, ha concluso.

La stessa fonte fa notare come non sia un caso che l’affermazione aperturista di Putin avvenga nel vivo della “diplomazia dello scambio” di prigionieri in atto tra Russia e Usa. I servizi segreti russi hanno negoziato lo scambio di prigionieri con gli Stati Uniti e i contatti su altre eventuali iniziative di questo tipo stanno proseguendo, ufficializza Putin. Mosca ha rilasciato la cestista Brittney Griner – condannata per possesso di droga – in cambio della restituzione del mercante d’armi Viktor Bout, che stava scontando una pena di venticinque anni di carcere negli Stati Uniti. “Gli scambi sono stati gestiti dall’Fsb, i contatti fra i servizi segreti continuano e non sono mai cessati”, ha spiegato Putin nella conferenza stampa tenuta al termine della sua visita in Kirghizistan. Quanto a dei nuovi scambi, “tutto è possibile”: “questo è il risultato di un negoziato e di una ricerca di un compromesso, e in questo caso è stato trovato. Non escludiamo di continuare questo lavoro anche in futuro”, ha chiosato lo zar di Mosca.

Ieri a Istanbul si è tenuto un incontro fra diplomatici Usa e diplomatici russi, scrive la Tass citando fonti diplomatiche. Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha confermato , sempre stando alla Tass, l’incontro a livello di “direttori di dipartimenti”. Secondo Ryabkov i funzionari discutono di questioni che riguardano “come funzionano le missioni diplomatiche statunitensi nella Federazione Russa e della Federazione Russa negli Stati Uniti”, ha affermato. È la “diplomazia dello scambio”. Forse può funzionare.