C’è un luogo, nel cuore industriale di Lecce, dove il passato manifatturiero e l’innovazione digitale si incontrano. È l’ex Manifattura Tabacchi, oggi sede del gruppo Deghi, realtà salentina che in pochi anni è diventata un punto di riferimento nazionale nell’e-commerce dell’arredo bagno, giardino e interni. Un luogo simbolico, restituito alla città da un’azienda che ha scelto di crescere dove tutto è cominciato. «Per noi il radicamento territoriale non è una scelta strategica: è un dato di identità», racconta Alberto Paglialunga, fondatore e presidente, salentino doc, che ha trasformato un magazzino per condizionatori in un’impresa da quasi 200 milioni di euro di fatturato.

Nel 2024 Deghi ha superato i 197 milioni e punta ai 240 nel 2025. Oggi conta circa 500 dipendenti e una logistica proprietaria tra le più grandi d’Europa: oltre 70.000 metri quadrati coperti nella zona industriale di Lecce, da cui parte ogni spedizione. Un unicum in un settore dominato da marketplace e giganti multinazionali. Qui, tutto è interno: dallo stoccaggio alla consegna, passando per la produzione. Da pochi mesi, infatti, Deghi ha iniziato a realizzare mobili made in Italy proprio all’interno dell’ex opificio del tabacco. Una scelta che ha un valore simbolico e pratico insieme: «Gestire il luogo produttivo più importante della città significa mettersi al servizio di una memoria collettiva, ma anche rilanciare un’idea di impresa fortemente legata al territorio».

Il legame con Lecce è anche una forma di posizionamento: Deghi si presenta come l’alternativa italiana ai colossi globali del settore. A differenza di molti competitor, Paglialunga non arriva dal retail né dalla distribuzione tradizionale. L’azienda è nata e cresciuta online, ma ha saputo investire anche nel fisico, aprendo uno store a Lecce con risultati sorprendenti. «Forse è questo il nostro tratto distintivo: non dare nulla per scontato, rimettere in discussione ogni schema, mettere sempre al centro il cliente e il prodotto».

Un equilibrio delicato tra tecnologia e umanità, che si riflette in ogni aspetto del modello. L’intelligenza artificiale viene già utilizzata per velocizzare le risposte del customer care, ma resta solo uno strumento. «Viviamo in un mondo digitale e il nostro canale è digitale, ma se non conosci a fondo il prodotto, perdi tutto. Puoi avere i magazzini migliori e l’assistenza più veloce, ma senza qualità non vai lontano». In quest’ottica, la produzione interna rappresenta la nuova frontiera. «Poter controllare ogni componente, innovare più rapidamente e migliorare la qualità è per noi la priorità assoluta. Il prezzo non deve essere l’unica leva: vogliamo creare valore».

Una sfida che si scontra però con i limiti strutturali del Mezzogiorno. Il gruppo ha beneficiato delle misure previste dalla ZES Unica per il Mezzogiorno, subentrata dal 2024 alle precedenti zone speciali regionali. «In termini di velocizzazione burocratica è stata utile», spiega. Ma le agevolazioni non bastano. «Essendo ormai grande impresa, non possiamo accedere a molte misure. In particolare, le opere murarie – centrali per noi – non possono superare il 50% degli investimenti agevolabili. È un limite che penalizza chi fa produzione vera». Poi c’è il nodo delle infrastrutture: «A Lecce non arriva l’autostrada né uno scalo merci ferroviario. Per spedire via treno dobbiamo arrivare a Bari su gomma. È assurdo. Così si vanificano gli sforzi pubblici e privati».

  • Eppure, Deghi è la prova che anche qui si può fare impresa, innovare, produrre. «Abbiamo un turnover basso, troviamo giovani motivati, crediamo nel territorio. Se oggi possiamo essere un esempio virtuoso, è perché non abbiamo mai pensato che Lecce fosse un limite. Anzi: è la nostra forza. Spero che la nostra esperienza possa dire ai ragazzi che anche da qui si può partire. E restare».
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Ho scritto “Opus Gay", un saggio inchiesta su omofobia e morale sessuale cattolica, ho fondato GnamGlam, progetto sull'agroalimentare. Sono tutrice volontaria di minori stranieri non accompagnati e mi interesso da sempre di diritti, immigrazione, ambiente e territorio. Lavoro al The Watcher Post.