Guido Crosetto. Il gigante gentile, quello già lodato per aver dato (per tempo) una immagine nuova, liberale, alla Meloni, butta un occhio ai sondaggi che danno Fratelli d’Italia al 23% alle elezioni e immagina di avere il diritto di presentarsi come il nuovo padrone in Rai.

Tg1 mattina, si parla del Pnrr e il conduttore è Senio Bonini. Il giornalista osserva che Fratelli d’Italia ”ha votato 5 volte no sul Pnrr. Questo – dice – lo dobbiamo ricordare”. Crosetto sbotta: «Lei faccia il conduttore, non faccia la parte». Bonini risponde con tono pacato: «Io faccio il conduttore e richiamo alla memoria, poi le chiedo un commento, questo è ovvio, per carità». Crosetto: «No, no, non si schieri troppo…».

Che vuol dire “non si schieri troppo?”. Il giornalista bravo, di norma, non si schiera, ma non fa neppure il tappetino. Se si trova di fronte a un politico, di qualunque parte, cerca di contrastarlo, di non permettergli di sfuggire alle contraddizioni, di metterlo in difficoltà. Se non fa così, se si limita a porgere il microfono e assecondarlo, non è un bravo giornalista. Forse è un bravo lottizzato. Cioè uno che lavora ai comandi di una parte politica. Bonini, per quel che risulta dal battibecco di ieri, è un buon giornalista. Crosetto invece non si dimostra un buon liberale. Quel “non si schieri troppo” alla vigilia della probabile vittoria elettorale delle destra, può essere letto solo come una minaccia al giornalista. E non è bello.

Speriamo che Crosetto si accorga dell’errore – può succedere a tutti uno scatto d’ira – e ripari.