La nuova (non) rivoluzione di de Magistris: deMa contro la malapolitica

In un post sulla sua pagina Facebook l’ex sindaco Luigi de Magistris esordisce con un «Ci fate o ci siete?», commentando le dichiarazioni del suo successore Gaetano Manfredi e criticando le lamentele del neo sindaco e degli assessori della nuova giunta. Il riferimento è al debito e alle condizioni critiche in cui versano i conti della città. «I soldi per la città non ci sono e ops fanno vedere che erano distratti e lo hanno scoperto solo adesso» scrive de Magistris lanciando attacchi a destra e a manca e facendo un collage di titoli di giornale che riportano le dichiarazioni dei neo assessori sulle indennità troppo basse, sui salti mortali persino per avere toner e carta, e sulle opportunità che si rischia di non cogliere.

«La politica come casta e non come missione. Ma tutti zitti e buoni e in fila per tre guai a disturbare il manovratore» scrive ancora de Magistris aprendo il suo lungo post con una domanda: «Ma ci fate o ci siete?». La stessa domanda che a molti è venuta in mente alla notizia degli obiettivi indicati nel programma del movimento politico fondato e presieduto proprio da lui, da Luigi de Magistris. Costruire «pratiche alternative alla malapolitica imperante» e «essere protagonista della fase costituente in atto per la costruzione di una soggettività politica nazionale innovativa e forte che si ponga come sbocco per la realizzazione dei diritti nel nostro Paese». Sì, proprio così: deMa e il suo movimento vogliono porsi come alternativa alla malapolitica. Nobile intenzione, peccato che a Napoli sono ancora evidenti i risultati della sua amministrazione arancione e che negli ultimi dieci anni la politica cittadina non solo non sia riuscita a risolvere i problemi del passato ma in molti casi abbia persino peggiorato le criticità, senza quindi dare né soluzioni né alternative a quella che viene definita «malapolitica».

Sabato il movimento deMa si è riunito a Napoli, all’assemblea hanno partecipato 150 associati. de Magistris ha nominato suo vice Michele Conia, già responsabile Mezzogiorno del movimento, Salvatore Pace portavoce nazionale, e Claudio de Magistris, suo fratello, responsabile degli enti locali. A breve si dovrebbero nominare i riferenti locali e Alessandra Clemente, che alle passate elezioni aveva tentato di proporsi come alternativa giovane e nuova rispetto al passato, sarà nell’ufficio di presidenza assieme a Ciro Amante, Donatella Chiodo, Rosaria Galiero, Deborah Montalbano, Eugenio Occhini, Giovanni Pagano, Annamaria Palmieri, Enrico Panini, Carmine Piscopo, Romolo Rea, Maria Angelica Stamato. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.