È un’Italia sempre più diseguale e con poche opportunità di mobilità intergenerazionale, quella che emerge dal nuovo studio congiunto di Future Proof Society (FPS) e del think-tank Tortuga: un’analisi strategica e di prospettiva che evidenzia come la distribuzione della ricchezza nel nostro Paese sia fortemente sbilanciata, con la metà più povera della popolazione (circa 30 milioni di persone) che detiene appena il 7,4% della ricchezza nazionale, mentre il 10% più ricco (circa 6 milioni di individui) ne possiede più del 60%.

Numeri particolarmente allarmanti soprattutto se si confrontano con gli altri Paesi europei: secondo i dati Eurostat elaborati da Tortuga, la quota di ricchezza detenuta dal 10% più ricco in Italia è aumentata di quasi il doppio rispetto alla media europea nell’ultimo decennio (+7% vs. + 3,5%), segnale di una più forte tendenza alla concentrazione della ricchezza in Italia rispetto ad altri Paesi, che accentua le disparità tra i ceti più abbienti e il resto della popolazione.

In questo contesto, preoccupa anche che la mobilità intergenerazionale, in Italia, si attesti tra le più basse dell’OCSE (0,5): le generazioni più giovani, Millennials e Gen Z, dispongono di patrimoni nettamente inferiori rispetto alle precedenti (75% della ricchezza nazionale detenuta da over 50, nel 2022), in un contesto di stagnazione economica e salari reali incerti.

Secondo i dati esclusivi elaborati dal think-tank Tortuga, nei prossimi vent’anni l’Italia affronterà uno dei più grandi passaggi di ricchezza della storia, con oltre 6.400 miliardi di euro che verranno trasferiti per via ereditaria. Il Paese si trova oggi ad affrontare una sfida cruciale: adottare politiche che rendano questo passaggio un’occasione per costruire un sistema più equo, oppure un acceleratore delle disuguaglianze già in atto.

“Questo report nasce da una domanda: il nostro Paese sta stimolando la generazione di valore? Inserire questa domanda – e le proiezioni sulla ricchezza ereditaria – in una logica di foresight, ci ha portato ad analizzare i macrotrend della polarizzazione della ricchezza e dell’erosione della mobilità sociale in Italia, e dunque a identificare la leva concreta per evitare di ritrovarci tra 20 anni con un’ascensore sociale ancora bloccato,” spiega Alessandro Tommasi, CEO e Co-Founder di Future Proof Society. “La soluzione è un sistema fiscale più equo, orientato al futuro, capace di investire dove oggi si accumula il ritardo. Perché in un Paese che eredita le disuguaglianze, la vera scelta è capire come costruire delle opportunità di cambiamento.”

Il rapporto evidenzia come l’attuale sistema fiscale italiano, per il quale si prevede un gettito di circa 50 miliardi di euro nel 2045, potrebbe essere significativamente riequilibrato attraverso un incremento dell’imposta di successione sui grandi patrimoni, allineandosi agli standard europei. Tale misura contribuirebbe a promuovere una maggiore equità sociale, senza gravare sulle famiglie più ricche, e potrebbe finanziare investimenti in sanità, istruzione e sicurezza, beneficiando crescita e coesione sociale.

“Per troppo tempo l’Italia ha seguito l’approccio sbagliato, preferendo tassare chi fa e non chi ha, scegliendo di tassare il lavoro e non la rendita. Questo modello non è più sostenibile. Una riforma dell’imposta di successione, se ben disegnata, può diventare uno strumento potente di riequilibrio: una scelta nella direzione di un fisco più efficiente, che favorisca la crescita, e allo stesso tempo più equo, attento al tema giustizia sociale e alle fasce di popolazione giovani e meno avvantaggiate.” ha commentato Francesco Armillei, socio del think-tank Tortuga.

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