La storia
La resistenza e la trincea di Alfredo Reichlin, spari e poesia: “Lo vedi che tramonto?”
Alfredo Reichlin aveva appena compiuto 18 anni. Allora si cominciava presto a fare politica. Quella mattina insieme al suo amico Arminio Savioli, ragazzetto come lui, prese il fucile nell’armeria segreta che era nascosta nel negozio di biciclette di Collalti, a via del Pellegrino, e si diresse verso la Piramide, dove esercito e partigiani avevano deciso di tentare una disperata resistenza ai tedeschi che avanzavano dalla via Ostiense.
Erano le sette di sera e Alfredo e Arminio stavano accucciati dietro a una trincea improvvisata e sparavano, sparavano all’impazzata sui carrarmati dei nazisti. A un certo punto Alfredo si accorse che Arminio non sparava più, e sentì un tuffo al cuore. Immaginò che l’avessero colpito. Si girò verso di lui e lo vide col fucile in mano che guardava lontano. Non sembrava ferito.
Gli chiese cosa fosse successo. Arminio, ispiratissimo, lo guardò e gli rispose: Ma lo vedi che tramonto? Erano così i ragazzi della resistenza. Armi, lotta, coraggio , idee e poesia. Questo episodio me lo ha raccontato Reichlin tanti anni fa, quando lui era il direttore dell’Unità e Arminio una delle firme più prestigiose del giornale. Reichlin adorava Arminio.
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