Prima la sua scomparsa nel nulla, poi il drammatico ritrovamento del suo corpo carbonizzato in un campo nella periferia di San Giuliano Terme vicino Pisa. E ancora otto giorni dopo quel ritrovamento le domande sono tante ma le risposte poche- Cosa è successo a Francesco Pantaleo, siciliano, studente 23enne di ingegneria a Pisa? Chi ha voluto quella orribile fine? Lui stesso o qualcun altro?

Per martedì sono attesi i risultati dell’autopsia che potrà forse chiarire qualche altro dubbio. Per il momento non c’è nessuna traccia che possa spingere gli investigatori a propendere per l’omicidio. La pista più accreditata resta quella del suicidio.
Sul corpo del giovane è stato trovato un taglio all’altezza del collo ma per gli investigatori non è una prova di violenza subita: potrebbe essere stato causato dal cedimento dei tessuti del corpo durante la combustione. Una risonanza ha inoltre già escluso ferite o segni di colluttazione.

Sul luogo del ritrovamento del cadavere non ci sono tracce di auto o altri mezzi. Ma soprattutto non sono stati trovati inneschi come in un primo tempo si era detto. Restano solo i segni lasciati dalle fiamme spinte dal vento e dalla pioggia.
Poi dalle indagini è emerso un altro particolare: i cani molecolari hanno fiutato la presenza di Francesco al binario 3 della stazione di San Rossore dove transitavano pochissimi treni. Perché era lì? Doveva incontrare qualcuno?

A catturare l’attenzione degli investigatori sono quegli esami mai fatti da Francesco che invece alla famiglia aveva detto di doversi laureare a luglio. Ma Francesco non aveva mai finito gli esami. Non era “drammaticamente fuori corso” ma gli mancavano gli esami fondamentali. Quelli più difficili, che in una Facoltà come quella di ingegneria a Pisa potevano fare la differenza. Ma così tanto da portare il giovane a una simile e cruenta decisione estrema?

Francesco sabato 24 luglio è uscito dall’appartamento che condivideva con altri studenti alle 10.30. Le telecamere di sicurezza lo hanno ripreso da solo mentre camminava per 5 chilometri e 400 metri verso le campagne di San Giuliano.

A casa ha lasciato soldi, documenti, telefonino, e, nonostante la miopia, anche gli occhiali da vista. Prima di uscire ha cancellato la cronologia di navigazione del computer e alcuni file. Non si trovano lo zaino e un mazzo di chiavi. Il rogo ha distrutto ogni cosa nel raggio di tre metri e ha completamente carbonizzato il corpo dello studente. C’è un ultimo dettaglio a cui gli investigatori stanno cercando di dare una risposta: durante il lockdown Francesco aveva deciso di rimanere a Pisa e di non tornare a casa dai suoi come hanno fatto tanti altri studenti. Aveva forse qualcosa da nascondere?

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.