Luca Marengoni stava andando a scuola in bicicletta quando un tram lo ha investito. Per lui non c’è stato niente da fare. È morto a Milano, lo scorso 8 novembre, all’angolo tra via Tito Livio e via Einstein. Inutili i soccorsi del 118 e dei vigili del fuoco. “Ciao Luca, addio è una parola definitiva. E per noi è impossibile immaginare, concepire e intendere ora il concetto di definitivo. Perché è vero che tu brillerai sempre in noi, per tutta la nostra vita, nella mente, nei pensieri, nei cuori, e in ogni scelta. Ma noi non ti vedremo più, non ti vedremo crescere, non sarai più fisicamente con noi, seduto con noi a tavola”, il messaggio del padre ai funerali che si sono tenuti ieri e che sta facendo il giro dei media.

“Mamma non ti sveglierà più la mattina, non ti sentirà lamentarti, non ti vedremo circolare con le cuffie in casa, sollevare i pesi, colpire palline, fare la guerra coi cuscini con Enrico, abbracciarti e litigare con lui e soprattutto non ci stupiremo più di te, perché tu, questa è la verità: eri in grado di stupirci. Stupirci per la tua capacità di accogliere, il tuo rispetto e la protezione per i ragazzi più fragili, rispetto che hai dimostrato sin dai primi anni di scuola. Ti ammiravamo, ammiravamo la tua autonomia nello studio, il tuo voler essere uno studente brillante per raggiungere i tuoi obiettivi. L’ultimo era imparare parole nuove per arricchire il tuo lessico, perché la professoressa di italiano te l’aveva fatto notare in un compito in classe. Ammiravamo la tua sensibilità nel comprendere le persone, nel cercare insegnamenti da coloro che pensavi potessero darti qualcosa, indipendentemente da età, etnia e religione. Il tuo rispetto non era dovuto all’autorità dell’insegnante ma alla sua capacità di migliorarti”.

“Ammiravamo la tua fantasia, la tua capacità di vedere le cose da un altro punto di vista, di interpretare i problemi, ad esempio di matematica, in modo diverso da quello normale. E ammiravano la tua profondità, qualsiasi tua scelta era frutto di un grande approfondimento, dalla maglietta alla canzone, dalla scelta della scuola a quella della bicicletta. Proprio quella bicicletta ora straziata. Ammiravamo la tua sensibilità per i temi ambientali, il tuo desiderio di partecipare alle manifestazioni per l’ambiente, di dedicarti alla cura degli alberi, al riciclo, a evitare lo spreco di energia e acqua. Ammiravamo la tua capacità di coltivare le amicizie, in ogni luogo che frequentavi”, ha continuato nel suo discorso il padre del 14enne citato dall’Ansa.

“Ora tu non ci sei più, ti abbiamo avuto con noi solo per 14 anni. In questi anni ha seminato così tanto che ci siamo trovati abbracciati da tantissime persone, da tutta la città di Milano, che tu adoravi e vivevi”. E infine un passaggio sulla solidarietà della città di Milano: “Le persone sono così tante. Tutti sono qui per te. Noi sappiamo che in molti di noi hai lasciato una luce. E noi avremo la forza di emergere dal buco nero dove siamo ora, guidati dalla tua luminosità. Con questo raggio di luce, meglio, raggio di Luca, riusciremo ad abbattere tutte le barriere che odiavi e a realizzare per te tutti i sogni che avevi. Ciao Luca. Mamma, papà, Enrico”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.