Il Sì&No del giorno
L’asse con Tirana sancisce la credibilità dell’Italia a livello internazionale
Nel Sì&No del giorno del Riformista, spazio al dibattito sull’accordo tra Italia e Albania in materia di migranti. Manlio Messina, deputato di Fratelli d’Italia, mette in luce positiva alcuni aspetti dell’intesa tra cui” le valutazioni accelerate che permetteranno di decidere chi avrà diritto all’accoglienza, rimpatriando gli altri”. Riccardo Magi, deputato +Europa, evidenzia gli aspetti critici e i contorni poco chiari, le potenziali discriminazioni fino al “collasso del sistema d’asilo, in violazione di tutte le norme possibili: italiane, europee e internazionali”.
Di seguito il punto di Manlio Messina
L’accordo siglato con l’Albania per la realizzazione sul suo territorio di due strutture per la gestione degli immigrati soccorsi in mare, conferma come l’Italia abbia finalmente un governo che affronta con i fatti concreti e non più a parole il delicato tema dei flussi migratori illegali. I due centri – che saranno sotto la giurisdizione italiana – verranno realizzati nei pressi del confine con il Montenegro e accoglieranno le persone soccorse in mare che saranno accompagnate direttamente in queste strutture. Le condizioni degli immigrati illegali saranno garantite dunque dallo stato di extraterritorialità vigente su questi centri nei quali varranno le regole e le garanzie assicurate dall’Italia. Le valutazioni accelerate permetteranno di decidere chi avrà diritto all’accoglienza, mentre gli altri saranno rimpatriati direttamente.
Questa intesa è la conferma della lungimiranza con cui l’Esecutivo Meloni impone una fondamentale inversione di tendenza nell’ affrontare una questione epocale e rappresenta un momento storico che conferma le capacità diplomatiche dell’attuale governo e l’amicizia che il presidente Meloni ha saputo intessere a livello internazionale: mai prima d’ora una Nazione dell’Unione europea era riuscita a coinvolgere un Paese terzo nell’ottica della gestione del dramma dell’immigrazione illegale. Negli ultimi anni sono state troppe le morti davanti alle quali sia l’Italia che l’intera Europa sono rimaste impotenti a guardare. Fratelli d’Italia da sempre è convinta che la miglior soluzione per evitare queste tragedie sia quella di stroncare i taxi della morte alla partenza: per troppo tempo in Europa abbiamo assistito all’elargizione di miliardi di euro per difendere la frontiera a Est, a fronte di ridicoli investimenti per gestire i flussi provenienti dal Sud, costringendoci a subire un’invasione incontrollata e alimentando un’inaccettabile tratta di essere umani, spesso con la complicità di associazioni umanitarie senza scrupoli. Inoltre, questo preciso momento storico caratterizzato da attentati terroristici, ci impone di garantire ai nostri cittadini la massima sicurezza che passa necessariamente per il controllo delle frontiere e dei confini nazionali, fino a prova contraria ancora esistenti nelle Nazioni di tutto il mondo.
Per questo crediamo che anche l’accordo con l’Albania potrà svolgere una funzione dissuasiva, insieme alle altre norme approvate dal Governo Meloni il cui unico scopo è quello di prevenire flussi migratori irregolari e accogliere solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. Rispediamo al mittente le critiche di una sinistra, che si oppone a qualsiasi misura di contrasto all’immigrazione illegale di massa e che paradossalmente nutre dei gravi sospetti sull’Albania, Paese membro del consiglio d’Europa e della Nato, ufficialmente candidato a entrare nell’Ue, guidato da un presidente socialista. Sin da quando era all’opposizione, Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto che la lotta all’immigrazione illegale dovesse essere affrontata collegialmente a livello europeo e che nessuna Nazione da sola sarebbe riuscita ad arginarla. L’accordo con l’Albania, raggiunto dopo l’interlocuzione con l’Unione europea che non ha avuto alcuna obiezione da parte della Commissione, sancisce la credibilità dell’Italia a livello internazionale e la capacità del Governo Meloni di mantenere la parola nei confronti dei suoi cittadini.
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