Un posto al Sole
Le bacheche dei Fratelli d’Italia si allineano come astri celesti, ma il meloniano Rotelli sceglie una strada diversa
Mauro Rotelli non si è fatto ingolosire. Ha resistito alla tentazione. Poteva cavalcare benissimo il trend dell’entusiasmo editoriale, ma ha scelto una strada diversa. Tra tutti i parlamentari di Fratelli d’Italia è stato quello più parco sui social, ma anche il più efficace. Le copertine dell’ultimo numero di Time e di Le Point, dedicate alla premier Giorgia Meloni e alla consacrazione della sua leadership in un’Europa che in questo momento non sembra avere capi di Stato o di Governo che brillino in autorevolezza, sono state ripostate senza soluzione di continuità da quasi tutti i deputati, senatori, ministri e sottosegretari del partito. Ovviamente, il mio è un conteggio in corso di aggiornamento, ma nonostante questo difetto, l’approssimazione è assai vicina alla realtà.
Le bacheche degli account dei parlamentari di Fratelli d’Italia in pochi minuti si sono allineati come come gli astri celesti in una parata planetaria. Tutti hanno provato ad aggiungere un pensiero, un commento, una qualsiasi curvatura personale alla foto di copertina dei due magazine: Daniela Santanchè, Christian Ricchiuti, Fabio Rampelli, Elena Donazzan, Emanuele Loperfido, Luca Sbardella, Maria Teresa Bellucci, Marco Lisei, Luciano Ciocchetti, Alberico Gambino, Fabio Raimondi, Andrea Del Mastro, Elisabetta Gardini, Massimo Ruspandini, Alessia Ambrosi, sono solo alcuni degli esponenti che hanno scelto di pubblicare una o entrambe le copertine. A leggerli, non tutti lo confesso onde evitare di far brutta figura all’esame, questi post però sembravano perfettamente intercambiabili nonostante l’autore, scritti per uno ma che potevano adattarsi tranquillamente per tutti gli altri account.
Solo lui, Mauro Rotelli ha rotto la routine: gli è bastato scrivere soltanto una parola, fortemente esaustiva, “copertine” e nulla più. Insomma, per scelta o per fortuna, ma il deputato di Viterbo ha fatto tesoro del mantra evocato da Ludwig Mies van der Rohe. In quel concetto, l’architetto tedesco sintetizzava la necessità di limitarsi al minimo indispensabile, nel design e nell’arte, perché l’essenzialità delle forme e della comunicazione si traduce in bellezza, eleganza ed efficacia del messaggio.
© Riproduzione riservata






