«I bombardamenti di Israele su Gaza sono azioni criminali da condannare con forza». Questo dicono i nemici di Israele oggi, anche se lo Stato ebraico avvisa dove e quando colpirà per consentire ai civili di spostarsi in luoghi sicuri. Ma c’è un illustre precedente di chi usava gli stessi identici argomenti contro americani e inglesi nella Seconda guerra mondiale. Si tratta di un certo Joseph Goebbels che, dopo il bombardamento alleato di Dresda, sostenne che era stata un’azione criminale, gonfiando il numero delle vittime e facendo circolare nei Paesi neutrali fotografie di edifici distrutti, persone massacrate e bambini ustionati.

L’uomo che con Hitler avrebbe poi sterminato sei milioni di ebrei, a chi gli obiettava che anche l’ebreo era comunque un uomo, rispondeva – come testimoniato da Ernst Nolte – che anche la pulce era un animale e un animale non piacevole dal quale bisogna difendersi. E il 27 marzo del 1942, ad Olocausto in corso, Goebbels scriveva: «Si sta infliggendo agli ebrei una punizione di certo barbara, ma che hanno pienamente meritato. Quello che il Führer aveva preannunciato nel caso in cui gli israeliti avessero scatenato un’altra guerra mondiale ha cominciato a tradursi in realtà nel modo più terribile. In simili questioni non si può lasciar spazio ai sentimenti. Se non ci difendessimo, gli ebrei ci sterminerebbero. È una lotta per la vita o la morte tra la razza ariana e il bacillo ebraico».

Lo stesso Hitler, in un discorso al Reichstag del 30 gennaio 1939, aveva affermato: «Se gli ebrei della finanza internazionale dentro e fuori l’Europa riuscissero a far precipitare ancora una volta le nazioni in una guerra mondiale, il risultato non sarebbe la bolscevizzazione della terra e quindi la vittoria degli ebrei, ma l’annientamento della razza ebraica in Europa». Ma c’è una differenza fondamentale tra quello che il nazismo fece agli ebrei e quello che sostiene e fa Hamas oggi. I nazisti, infatti, liquidavano gli ebrei di nascosto, mentre i criminali di guerra di Hamas non soltanto teorizzano la cancellazione di Israele «dal fiume al mare», ma hanno diffuso le raccapriccianti scene di intere famiglie fatte a pezzi il 7 ottobre 2023, con il solo rammarico di non aver potuto uccidere ancora più ebrei.

Bisogna constatare con dolore che mentre Hamas mercanteggia sugli ostaggi – quelli morti e i pochi vivi ridotti a larve umane, la cui restituzione farebbe finire immediatamente la guerra – c’è chi mobilita flotte non a favore della loro liberazione, ma immaginando una nuova «soluzione finale» della questione ebraica. Dando ragione, dopo ottant’anni, alle farneticazioni di Goebbels.

Carlo Giovanardi

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