Come inquadrare il nuovo Capo della Chiesa
Leone XIV e dintorni: un Papa matematico, agostiniano e missionario che ha messo Gesù davanti a tutto
È difficile “inquadrare” un Papa nuovo. Specialmente quando lo si conosce poco. Certamente non è facile farlo affidandosi a fonti controverse e discusse. È complicato se, soprattutto da ambienti dichiaratamente detrattori del nuovo Papa, circolano notizie non confermate, potenzialmente false, su fatti dei quali non c’è prova.
Il Papa matematico agostiniano missionario
Partiamo allora dai fatti certi: agostiniano, missionario in Perù, matematico. Già questo dice più di quanto si dica nelle pagine, nei commenti sui social, nei gruppi. Si tratta di un papa abituato all’evangelizzazione, a lavorare in contesti difficili (anzi, spesso ostili). Si tratta anche di qualcuno aperto al dialogo, ma al contempo molto centrato sulla spiritualità. Chi conosce la regola agostiniana ha coscienza di quanto preghiera e ascesi siano centrali, insieme allo studio, nella vita di un agostiniano. La sua laurea in matematica, poi, dimostra che è una persona attenta alla scienza, ai suoi sviluppi, alla logica. Molto più di tanti politici, capi di stato e leader carismatici.
Il modo di presentarsi di papa Leone XIV è effettivamente diverso rispetto al papato di Francesco. Non presenta sé, ma porta avanti il messaggio della fede. Prima Cristo, poi il suo strumento, cioè lui. Non è poca cosa: chi ha avuto la sorte di vivere i papati di Giovanni Paolo II e Francesco ha visto due papi fortemente carismatici. Chi vive la fede, però, sa che non serve a niente un papa carismatico capace di fare amare la sua persona, se poi del messaggio che deve portare rimane poco. Giovanni XXIII, il papa buono, è stato un gigante carismatico che, però, sapeva farsi piccolo per annunciare il Vangelo. Paolo VI ha trasformato la Chiesa ed è un gigante della fede, e pur si faceva piccolo e si definiva vaso di terracotta tra vasi d’acciaio. Giovanni Paolo I, più mostrato che dato, è stato forse uno dei più grandi papi degli ultimi due secoli per il suo rendersi piccolo e umile: i suoi scritti, la sua – troppo breve -pastorale apostolica fanno amare Cristo e la Chiesa senza mai ergersi lui. Benedetto XVI ha cambiato la Chiesa facendole fare passi in avanti significativi, anche se mai dichiarati, annunciati, riconosciuti: non un papa carismatico ma un papa pastore e teologo.
Forse per questo quelli che, soprattutto fuori dalla Chiesa, hanno apprezzato i papati di Giovanni Paolo II e Francesco non hanno apprezzato Paolo VI, Benedetto XVI e non apprezzeranno Leone XIV. C’è chi cerca un leader carismatico, spirituale o politico, fuori dai propri spazi. Dimenticando però cosa sia la Chiesa, quale sia il suo compito, Chi ne è radice e perno. La Chiesa è corpo mistico di Gesù Cristo. Il papa presiede la Chiesa nella Carità, cioè nell’Amore di Dio. Deve cioè “spezzare” la parola: rivendicarla, spiegarla, viverla e testimoniarla. Anche nell’oggi, dimostrando come la fede è viva più che mai e che la Parola di Dio è attuale anche a distanza di migliaia di anni. (Mattia Carramusa)
Il Papa combattente
Non può che meritarsi la definizione di combattente, papa Leone XIV. Già dalla sua elezione a Sommo pontefice mostrandosi con mozzetto e stola rossi rispettando quindi la tradizione e con la scelta del nome Leone, che fa riferimento al Papa della dottrina sociale. Ha dimostrato anche di essere un pastore moderno, chiarendo subito la necessità di innovare il messaggio della dottrina sociale della chiesa, partendo dalla Rerum Novarum fino a proiettarsi ai temi della rivoluzione digitale.
Leone ha lanciato il messaggio che il suo pontificato non sarà buonista. Nella sua prima messa in Sistina la sua omelia, effettivamente, ricorda molto l’attacco di Benedetto XVI alla dittatura del relativismo. Nel suo primo Angelus ha parlato di pace giusta. In queste ore gira anche un video del 2022 in cui definisce l’invasione russa un atto imperialista. C’è una effettiva discontinuità: si passa da un papa dal piglio badogliesco che pontificava su una santa e coraggiosa resa per costruire la pace al Papa che condanna senza se e senza ma l’aggressore, che inizia la guerra con scopi imperialisti, dogmatici, ideologici, religiosi. È un grande cambio di passo! Un papa che ha coraggio nel condannare quell’asse del male che parte dell’estremo oriente, passando per Mosca e Gaza, e arriva fino a Teheran.
Delusi i Trumpisti e le destre in generale, che si aspettavano di avere un pontefice non solo schierato sulle loro posizioni (economia, immigrazione e guerra in Ucraina) ma soprattutto un pontefice teleguidato. Una sconfitta che li ha portati ha infangare sin da subito la sua immagine dandogli della marionetta Marxista. Dopotutto, loro hanno potere per qualche anno che si regge sul consenso, mentre il papa è guida per 1,5 miliardi di abitanti nel mondo. Insomma: il potere, quello vero, di influenza sulle coscienze, logora chi non ce l’ha! (Gabriele Zammillo)
Un Papa anti-leaderista
C’è chi ha scritto peste e corna di questo nuovo papa, eletto da una manciata di giorni. C’è chi dice e scrive “Questo papa non mi entusiasma”, e “Non sarà più la chiesa di Francesco”. La chiesa non è di Francesco, di Leone XIV o di Giovanni Paolo II. La Chiesa è di Cristo! E Leone XIV lo ha rivendicato subito, mettendo davanti a sé il messaggio di Gesù Cristo sin dal primo saluto. Un saluto in cui ha invocato la Pace di Dio, una pace disarmata, disarmante, umile, perseverante. Incardinata in una fede che vuole ponti, non muri.
Un papa che sin dai primi discorsi ha messo in guardia e chiarito le priorità della Chiesa. Combattere forme di ateismo di fatto, contrastare la narrativa di un Gesù superomista o leader carismatico, riportare la fede e l’apostolato anche negli ambienti più complessi, combattere il relativismo etico, figlio subdolo del modernismo, e il materialismo. Un papa che ha a cuore affrontare i cambiamenti del tempo, come fu per Leone XIII. Quando mai avremmo potuto immaginare che un papa parlasse dei rischi dell’Intelligenza Artificiale? Non lo fanno neppure i capi di partito dell’Occidente: che scandalo! Stesso scandalo che diede papa Pecci quando parlò di questione operaia! Un papa che non dimentica nessuno: gli ucraini, i gazawi innocenti e gli israeliani innocenti.
Cosa aspettarsi? Nessuno ha la palla di cristallo. Sicuramente non un papa che lacera la chiesa pur di renderla sposa della propria epoca. Sicuramente non un papa che aprirà al matrimonio omosessuale in Chiesa o robe simili. Sicuramente, però, un papa che torna a mettere al centro il rapporto di ciascun credente con Dio, Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, in una dimensione individuale verticale ed una sociale orizzontale.
Dal punto di vista politico, moltissimi avrebbero preferito qualche altro profilo. Ma fortunatamente lo Spirito Santo soffia dove vuole. E la Chiesa non è una sezione dell’Arcigay, una clinica pro aborto o un sindacato. Così come non è un’associazione pro vita e famiglia, un circolo NRA o un salotto per benestanti. È, per definizione, corpo mistico di Cristo, di cui è sposa. (Gabriele Zammillo e Mattia Carramusa)
Il Papato in attesa
Come Leone XIII, ribalterà il tavolo. Contrasterà il materialismo e il relativismo woke, tanto amati a chi sta alla porta “da sinistra”: il commento di Turati alla Rerum Novarum e a papa Pecci non fu per niente costruttivo, vista la posizione sul socialismo come “falso rimedio”; tuttavia ebbe ragione Leone XIII, considerando com’era declinato al tempo il socialismo. E combatterà anche le forme di neoimperialismo, di legalitarismo khomeinista, di militarismo e di capitalismo, forme di soggezione inique (e parimenti materialiste), tanto amate da chi guarda “da destra”: lo ha già dimostrato nelle sue prime uscite dall’elezione, e anche prima.
Insomma: un papa teologo, missionario e pastore, attento tanto alla modernità quanto alla fedeltà. Che dichiara una continuità con Francesco ma che, nei fatti, sta dimostrando di essere in continuità con Benedetto XVI. Capace di far sentire la voce di Dio più della sua. E poi, una chiesa missionaria, più che pellegrina, in tutto il mondo, come col pontificato di Paolo VI e Giovanni Paolo I. Un papa guida di una Chiesa che non si appella agli uomini facendosi forte di carisma leaderista: torna a predicare e testimoniare all’umanità l’Amore di Dio. Che è Amore “verticale e orizzontale”: rapporto d’Amore individuale, tra Dio e il singolo, e collettivo, del singolo in relazione col suo prossimo.
Con Leone XIV, visto il background e viste le prime uscite, possiamo aspettarci questo e altro. Non sarà un papa che dirà di essere comunista (meno male!), non piacerà a sinistra e neanche a destra. Almeno si spera! Forse la politica smetterà di tirare per la tunica quel povero Cristo in croce e inizierà ad ascoltarlo.
Viste le premesse e vista l’età del pontefice eletto, non sarà un papato di transizione. Poi, ricordiamoci un vecchio adagio popolare. Dio corregge un papa dando alla Chiesa un altro papa. Stiamo a vedere la sua opera! (Mattia Carramusa)
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