Guerra in Ucraina, l’Europa s’è desta. Politicamente. E guarda a Pechino. Se non è uno smarcamento da Washington, di certo è il tentativo di recuperare un protagonismo diplomatico. “La Cina è un attore globale e la sua voce deve essere ascoltata per vedere se insieme possiamo porre fine a questa guerra e se l’Ucraina può recuperare la sua integrità territoriale” violata da Putin. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez, in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, parlando della sua visita a Pechino in programma la prossima settimana.
Sanchez ha sottolineato che quello presentato dalla Cina non è un piano di pace, quanto piuttosto un documento di posizionamento, che rispecchia quello che secondo Pechino si dovrebbe fare per arrivare alla pace, e che contiene dei punti di interesse, come, ha spiegato Sanchez, il rifiuto per l’utilizzo delle armi nucleari e l’appello al rispetto dell’integrità territoriale. La Cina ha attribuito lo status di visita di Stato al viaggio di Sanchez, e questo implica non solo che il presidente incontrerà Xi ma anche il primo ministro Li Qiang , il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo, Zhao Leji. Non solo Sanchez. Anche il presidente francese Emmanuel Macron e l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell si recheranno presto in Cina per una missione che punta ad esplorare in profondità la possibilità di un’azione cinese a favore della pace in Ucraina.
“I cinesi vogliono avere un ruolo diplomatico, non vogliono essere associati totalmente con le azioni militari di Mosca”, ha detto Borrell nel corso di un’intervista all’Ansa e ad altre testate internazionali. “Vogliono essere dei facilitatori, non mediatori. E visto che la Russia approva i 12 punti di pace della Cina, questo è un ruolo che noi dobbiamo favorire: questa amicizia senza limiti sembra avere dei limiti”. Diplomazia e orrori certificati. Da ambedue le parti. Decine di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra da parte di Russia e Ucraina nel conflitto iniziato a febbraio 2022. Lo sottolinea l’Onu in un report che documenta decine di casi. Nel dettaglio, secondo il report dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani (Ohchr), l’Onu ha documentato l’uccisione di 15 prigionieri ucraini, l’utilizzo di prigionieri come scudi umani e la morte di 2 militari per carenza di cure mediche. I funzionari dell’OHchr hanno documentato, da parte ucraina, l’uccisione di almeno 25 prigionieri russi.
Una situazione estremamente drammatica ha sottolineato Matilda Bogner, direttrice della missione di monitoraggio dei diritti umani dell’Onu in Ucraina. “Siamo profondamente preoccupati per l’esecuzione sommaria di 25 prigionieri di guerra russi e persone fuori combattimento”, ha affermato Bogner, secondo la quale le Nazioni Unite hanno documentato queste esecuzioni di russi da parte delle forze armate ucraine. L’Onu è a conoscenza di cinque indagini condotte da Kiev che coinvolgono 22 vittime, ma “non siamo a conoscenza di azioni legali contro gli autori” di questi crimini, ha aggiunto.
