Cinema
Locarno ‘la sobria’ dedica un omaggio a Lattuada
Il maculato si addice a Locarno. La cittadina Svizzera a bordo lago (Maggiore), nei giorni del festival (fino a sabato 14) — che nel bestiario dorato del cinema internazionale, all’orso e al leone affianca il pardo — mostra la solita faccia di sobrissimo glamour lacustre. Non marittimo (Cannes e Venezia), non cittadino (Berlino, la Festa di Roma). Da 74 edizioni, il Canton Ticino offre la sua personalissima versione di grande kermesse internazionale. Partenza con il botto. E non sono parole a caso. Beckett è un raffinato “spara che ti passa”, interpretato dalla meglio gioventù del nuovo cinema Made in Usa: il figlio d’arte John David Washington, Alicia Vikander e Vicky Krieps. È diretto dall’italiano Ferdinando Cito Filomarino, milanese pronipote di Luchino Visconti.
A proposito di Milano, la retrospettiva è dedicata ad Alberto Lattuada. Nato a Vaprio d’Adda nel 1914, scomparso nel 2005, oggi il regista di Venga a prendere il caffè da noi è un po’ dimenticato. I festival servono anche per l’attività di meritevole riscoperta. O a rinfrescare la memoria. Fresche, all’aria aperta, sono di certo le serate nella strepitosa Piazza Grande. Chiusa per pandemia, nel 2020 aveva saltato un turno. Ora riapre e, malgrado il contingentamento, resta una location di grande suggestione e grandissima accoglienza. La migliore combinazione di due mondi che non sempre vanno d’accordo. La cinefilia e il cinema all’aperto, tanto caro alle arene estive e al pubblico della bella stagione. Personalissima Locarno, anche in questo.
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