In un primo tempo, a Lucca, in piazza San Michele, vicino a Palazzo Santini (sede del Comune), tutti hanno pensato ad un’altra idea geniale di Corrado Guzzanti, una riedizione di ‘Fascisti su Marte’ ambientata nella città delle Mura. D’altra parte il Lucca film festival è finito da poco, e certe intemperanze qui, possono essere solo il frutto di qualche finzione narrativa, questa non a caso, è la città dove nacque Maria Eletta Martini.

Insomma un ironico cinegiornale sul ventennio, ‘niente di più’- taglia corto un gruppo di signore della frazione di Picciorana, che commentano al bar l’accaduto – con il comico che ha messo sotto contratto alcuni amministratori locali, a partire dal capogruppo di Fdi Lido Fava che scaglia un vibrante ‘A noi’ rivolto alle minoranze, dall’assessore Fabio Barsanti che comincia ad inveire, d’altra parte ha anche il physique du rôle, essendo stato fino a poco tempo fa il responsabile di Casa Pound, dalle risa sguaiate di un’altra componente della giunta, stessa ‘impronta’ politica, Mia Pisano.
“Bravissimi attori – tirano le somme le signore – ma è impensabile che certe cose avvengano in una città così intimamente democristiana”. Niente Guzzanti, piuttosto il resoconto di un Consiglio comunale molto animato dalla richiesta di un esponente della minoranza.

Ovvero intitolare una strada a quello che fu definito il Presidente della Repubblica, ‘più amato dagli italiani’. La proposta poteva cadere nel vuoto (d’altra parte Sandro Pertini è morto 33 anni fa ed il centrosinistra ha governato Lucca per dieci anni) o rinviata ad altra occasione, ed invece ha provocato la reazione veemente della maggioranza di Fratelli d’Italia. Piazza Pertini? Per carità. Una scena da film western che avviene davanti agli occhi del sindaco Mario Pardini, pupillo di Marcello Pera, uno che qui descrivono come dotato di molto garbo e di un gran bel sorriso. Stavolta però il sindaco non fa sfoggio di smancerie, parla soltanto il giorno dopo, dando alle agenzie una interpretazione molto notarile. “È stato solo fatto presente che quella non era la sede per la richiesta, che l’amministrazione ha una ‘road map’ anche sulle intitolazioni”, spiega il primo cittadino sotto l’onda d’urto del clamore nazionale. E se il sindaco ‘dal bel sorriso’ minimizza, l’eroe di giornata, il capogruppo di FDI che ha usato il motto fascista, rivendica a muso duro: “Se vogliono appiccicarmi etichette in virtù dei miei trascorsi nel Msi, sappiano che io non rinnego nulla”.

Così per 24 ore Lucca è diventata il ring dello scontro sinistra/destra, con il Presidente socialista come incolpevole protagonista. “Vuole sapere come è andata veramente? – esordisce una cronista locale – La sinistra che ha perso le elezioni, non sa come passare il tempo, e si è inventata questa provocazione. La destra, che qui non si è neanche ripulita, è cascata nella trappola con tutti e due i piedi”. Anche Andrea Marcucci, ex capogruppo Pd, ed attuale presidente di Libdem europei, non si spiega l’ingenuità dell’Amministrazione comunale: “Che cosa ha precisamente Sandro Pertini per non piacere alla destra di Lucca che rifiuta di intestargli una strada?”. Insomma più che Fascisti su Marte, alla fine la litigata lucchese sembra uno sketch di Scherzi a parte. Il surreale trionfa definitivamente quando Alberto Veronesi, fresco di nomina nel cda della Scala chez Meloni, propone di intestare una strada a Giacomo Puccini. Peccato che uno dei viali più importanti della città sia intitolato al grande Maestro.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia