Macabra scoperta nell’hinterland di Napoli
L’urlo di Luciano Mottola, sindaco di Melito: “Difficile vivere qui, dimenticati dallo Stato”
Via delle Magnolie, Melito. Non proprio tutti sembrano sorpresi alla notizia che il corpo senza vita di un professore, con evidenti segni di coltellate, sia stato trovato in un’aiuola del cortile della scuola media “Marino Guarano”. Non tanto per la scuola media in sé, benché in passato sia stata teatro del ferimento di un quattordicenne accoltellato in classe da un coetaneo, ma per il contesto, per il territorio. «È difficile vivere da queste parti. Si ha sempre la sensazione di essere esposti a un pericolo, di non avere tutele, di essere soli e abbandonati a sé stessi», commentano alcuni passanti. Da martedì sera in via delle Magnolie il viavai è continuo.
Nel cortile dell’istituto scolastico c’è stata la macabra scoperta: il cadavere del professor Marcello Toscano, 64 anni, insegnante di sostegno, è stato trovato in un’aiuola. Sul corpo sono evidenti almeno sette o otto segni di coltellate, quasi tutte all’addome. I carabinieri della compagnia di Mugnano lavorano al caso, se l’orario in cui il cellulare del prof ha smesso di funzionare dovesse corrispondere a quello dell’aggressione sarebbe stato ucciso tra le 12 e le 12,30, cioè mentre alunni e docenti stavano facendo lezione. Inquietante. Era stata la figlia di Toscano, alle sette di martedì sera a recarsi dai carabinieri non avendo notizie del padre dalla tarda mattinata. L’auto del prof è stata notata nei pressi della scuola, da qui l’arrivo dei carabinieri che hanno chiesto al custode di aprire i cancelli dell’istituto, il sopralluogo e la scoperta del cadavere. Gli inquirenti in queste ore stanno ascoltando una serie di persone, tra chi conosceva il professore, chi lavorava nell’istituto scolastico “Marino Guarano” di Melito e chi nella sua scuola privata a Mugnano, i parenti e gli amici della vittima.
L’obiettivo è ricostruire le fasi più recenti della vita dell’uomo e individuare movente e responsabile del delitto. Saranno svolti accertamenti anche sul telefono cellulare del professore, per capire con chi ha avuto contatti prima di essere assassinato, e su alcune tracce di sangue trovate nell’ex casa del custode poi diventata un deposito. «Marcello a mezzogiorno ha chiesto a un suo collega di insegnargli a mandare la posizione tramite WhatsApp, probabilmente si sentiva in pericolo», ha detto a LaPresse il professor Andrea Cipolletti, che insegna alla scuola “Melissa Bassi” di Scampia ed era amico di Marcello Toscano. Li univa un’amicizia che «durava da più di vent’anni. Abbiamo lavorato insieme diversi anni fa. Le nostre moglie insegnano insieme. È una notizia che ci lascia sgomenti».
«Mi ha chiamato ieri sera un suo collega dicendo che non si trovava Marcello, era stata trovata la macchina a scuola. Il suo corpo è stato ritrovato accoltellato e pieno di sangue – ha spiegato Cipolletti –. Insegno per scelta in un ambiente difficile e proprio stamattina in aula ho detto ai ragazzi che la scuola deve essere un luogo sicuro». In certe zone dell’hinterland di Napoli, però, nessun luogo sembra sicuro. Di qui il grido di dolore del sindaco di Melito, Luciano Mottola: «Ci sentiamo abbandonati a noi stessi, chiediamo che il nuovo Governo presti la giusta attenzione a queste realtà». Il sindaco rivolge un appello allo Stato dopo l’omicidio che ha sconvolto la sua comunità. «Diventa veramente difficile amministrare questi territori e le loro difficoltà, avendo tra l’altro a disposizione sono sei vigili urbani e pochi carabinieri. Io – ha aggiunto – continuo a sentirmi piccolo piccolo, non potendo rispondere da sindaco alle giuste istanze dei miei concittadini. Siamo un Comune in dissesto finanziario e questo limita ancora di più le nostre possibilità, ma chi è preposto all’ordine pubblico a livello nazionale non capisce che c’è bisogno di un dispiegamento forte di forze dell’ordine».
Al sindaco risulta, inoltre, che nella scuola dove è avvenuto il delitto non ci fosse un impianto di videosorveglianza: «Un punto oscuro dal punto di vista burocratico. C’è la tentazione per tanti sindaci del comprensorio di chiudere il Comune – ha concluso – e dare le chiavi al ministero dell’Interno». «Mio cugino è stato ucciso, era una persona normalissima, un padre di famiglia, un insegnante prossimo alla pensione. Era delegato sindacale della Cisl, sognava di trovare un casolare nel Cilento e trascorrere lì gli anni dopo la pensione, invece è morto in un martedì di fine settembre», ha affermato Marcello Curzio. «È un problema di ordine pubblico. È allucinante, nel 2022, morire accoltellato nel cortile di una scuola. Questa questione deve accendere i riflettori sul quadrante di Napoli. Tra l’altro nella stessa scuola ci sono stati comunque dei precedenti».
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